Il difensore brasiliano si racconta: la malattia, gli esempi e il campo. A Cagliari per il riscatto: “E posso dare ancora di più. Domenica ho rischiato il rosso”.
RINATO. Uomo e calciatore nuovo. Leandro è rinato dopo la malattia, quel cavernoma che lo ha fermato proprio quando era al culmine della carriera, titolare nella Roma e nella Seleçao: “Da allora ho imparato a dare peso alle cose importanti“. Castán, il calciatore, si è invece riscoperto a Cagliari, ritrovando la titolarità con mister López: “Qui gioco e sono felice“, ha dichiarato ai microfoni di Radiolina; parole di affetto e di riconoscenza verso il Cagliari, che già aveva espresso nei giorni scorsi e anche ieri dopo l’evento benefico Partita Mundial.
LA SQUADRA E IL CAMPO. “Con il gruppo e con il mister il rapporto è ottimo. Vorrei rimanere anche l’anno prossimo, ma prima c’è una salvezza da conquistare. Non avete ancora visto il vero Castán. Posso dare di più nell’impostazione. Anche se da sempre amo affrontare gli attaccanti nell’uno contro uno. Difesa a tre o a quattro? Non ho preferenze: come stiamo giocando ora mi trovo bene. Giocare al fianco di uno come Ceppitelli rende tutto più semplice“.
BRASILIANI A CAGLIARI. Il rapporto di Castán col Brasile e i brasiliani è speciale: “Joao è il più tranquillo e ora gli stiamo vicini per quello che gli è capitato. Rafael fa sempre i conti, Farias è il più felice. Il non brasiliano più carioca del Cagliari però è Cossu: scherza sempre!”. Tornando seri. Nazionale? “Conosco il ct e molti compagni. Mi piacerebbe tornare“.
ESEMPI. Gli uomini, prima ancora che i calciatori, hanno segnato la carriera di Castán. E sono diventati degli esempi. Nel lavoro: “Totti, Ronaldo e Roberto Carlos si allenavano con una costanza fuori dal comune. E in campo si vedeva eccome” o nella vita, come Astori: “Prima dell’intervento mi inviò un messaggio di vicinanza. Stava prendendo il mio posto, eppure mi invitava a tornare“. O un altro ex rossoblù, punto di riferimento nel dramma della malattia: “Melchiorri ci era già passato, è stato di grande supporto morale“.
CAGLIARI, PRESENTE E FUTURO. “Questo club meriterebbe di lottare per obiettivi più importanti. Ha un presidente ambizioso e presto ci sarà lo stadio nuovo. A Benevento non ho giocato benissimo e ho rischiato l’espulsione. Ma ha fatto bene l’arbitro a non darmi il secondo giallo perché il fallo non era poi così grave. Al Vigorito contava solo vincere e lo abbiamo fatto. Ora inizia una settimana cruciale per noi. Sabato 31 giocheremo col Toro, poi ci saranno il Genoa e il Verona. Il Cagliari non deve mollare mai, proprio come me“.