Quattro gol, cinque considerando la Coppa Italia. È il capocannoniere del Cagliari. E questo già basterebbe per affermare che lasciare Joao Pedro fuori dal campo a scaldare la panchina è difficile. Se non impossibile.
Contro l’Udinese l’ennesima testimonianza: una partita da fantasma, poi un’inserimento, un colpo di genio e un colpo di testa, per il gol dell’uno a zero e della vittoria per i rossoblù. E chissà che non sia proprio lui l’uomo decisivo per la svolta dei ragazzi di López. Con il tecnico uruguagio che lo ha reinventato seconda punta, per inserirlo nel suo 3-5-2 che sta dando finora ottimi risultati. CalcioCasteddu.it era stato il primo a ipotizzare, mettendo al microscopio quattordici minuti di Cagliari-Verona, il nuovo ruolo di Joao Pedro. Detto fatto. Titolare al fianco di Pavoletti contro l’Udinese e gol.
Non è la prima volta che gli cambiano ruolo. Dal 2015, quando è arrivato a Cagliari dall’Estoril nello scambio con Cabrera, ha vagato per ogni zona del campo dalla linea mediana in su. Finché nell’anno di B con Rastelli, dopo qualche prova anche da mezzala, non ha trovato la sua collocazione più stabile: trequartista alle spalle di due punte. E 13 gol in serie cadetta sono arrivati facili facili. 7 reti lo scorso anno, secondo solo a Marco Borriello, nonostante gli intoppi fisici.
Interno, mezzala, trequartista, seconda punta. Il ruolo ormai per JP10 – analizza L’Unione Sarda – non è nemmeno più così importante. Ha preso coscienza dei propri mezzi e di come poter sfruttare la sua creatività e il suo agonismo in ogni zona del campo. La tecnica al servizio della squadra, perché se non è il più dotato tecnicamente poco ci manca (si veda il “cioccolatino” a Sau contro il Crotone).
Nel suo quarto campionato in rossoblù, Joao Pedro può trovare la sua seconda rinascita dopo quella dell’anno in B. I gol già sono arrivati: in Coppa Italia decisivo contro il Palermo, bello ma inutile contro il Milan a San Siro, una perla di fondamentale importanza quello a Ferrara contro la Spal; fino ad arrivare al rigore contro il Genoa e al gol-vittoria di domenica a Udine. Ma c’è anche e soprattutto quell’attaccamento alla squadra (è uno dei capitani designati) e all’isola del numero dieci rossoblù: “Non mi stancherò mai di dire che mi sento a casa. Sto imparando ogni giorno di più ad amare questa squadra“.
E se López ne parla come di un campione – “Quando ha la palla tra i piedi fa quello che gli altri non riescono nemmeno a pensare” – diventa chiaro che il talento di Joao Pedro non si può tenere fuori.