
Una sciagurata annata che portò i rossoblù in Serie B si sarebbe potuta concludere con un clamoroso successo. È la stagione 1999/2000, il Cagliari del post Roberto Muzzi si presenta ai nastri di partenza con il ritrovato Lulù Oliveira, la velocità di Jason Mayelè, la fantasia di Fabian O’Neill, uno dei migliori terzini della Serie A di quel periodo Fabio Macellari e il forte centravanti Patrick Mboma. Insieme a loro tanti giovani di belle speranze, come un certo David Suazo, uno spilungone di nome Bernardo Corradi, un ormai consolidato Jonathan Zebina e un figlio di papà, tale Daniele Conti, sbarbatello dal cognome pesante.
In Serie A la partenza è traumatica: tre sconfitte nelle prime tre gare. La prima vittoria arriva solo alla sedicesima giornata, 3 – 0 al Piacenza. Nel frattempo Oscar Tabarez viene sostituito da Renzo Ulivieri, la squadra è nel caos. Nessuno si aspettava una piega del genere, i presupposti in estate erano molto diversi.
In Coppa Italia però è un altro Cagliari, i rossoblù a ottobre fanno fuori il Genoa, poi è il turno delle grandi. Cadono il Parma e la Roma, due delle sette sorelle del calcio italiano. A trascinare i sardi in questa impresa sono i gol di Fabian O’Neill, Luis Oliveira e quelli del camerunense Patrick “Magique” Mboma, capocannoniere del torneo.
Il Cagliari si qualifica alla semifinale dove ad attenderlo c’è l’Inter, gli stessi neroazzurri che costarono la Coppa Uefa del 1994. Va male anche questa volta, al Sant’Elia finisce 3-1 per Vieri e compagni, a San Siro non bastano i gol di Sulcis e Corradi. Nonostante la vittoria il Cagliari viene eliminato per differenza reti. Battere il Cagliari però non porta fortuna come in passato, in finale è la Lazio a conquistare la Coppa.
Ai sardi resta il ricordo di un’impresa sfiorata in una stagione finita male, mentre per Patrick Mboma c’è la soddisfazione di aver vinto la classifica marcatori con 6 gol, alla pari di Caccia, Flachi e Di Michele, che però segnarono per lo più nei turni preliminari. Ennesima dimostrazione di un enorme potenziale, quello di Patrick “Magique”, mai del tutto esploso.
