Emergono dettagli delle scene di guerriglia urbana verificatesi ieri a Palazzolo, poco prima della partita amichevole tra Brescia e Cagliari terminata poi sul punteggio di 2-2.
Intorno alle 15:30 iniziano gli scontri, programmati probabilmente già da una settimana o più. Un regolamento di conti, come riporta L’Unione Sarda. In via Gavazzino, a Palazzolo, gli ultras cagliaritani sono fermi ai cancelli in attesa di entrare. Poco distanti, dietro di loro, arriva saldo e compatto il gruppo dei bresciani che comincia con le provocazioni. “Non correte”: il grido dalla testa. I sardi non si tirano indietro e si dirigono verso gli “avversari”. Da lì in poi è follia ultras, e il tifo non c’entra più nulla. Pietre, bottiglie, spranghe e bastoni.
Intervengono i carabinieri, che disperdono i due gruppi col lancio di lacrimogeni, tra la paura e l’incredulità degli abitanti della zona e dei tifosi nei pressi dell’impianto sportivo. Poi però allo stadio si entra: bresciani in curva nord, cagliaritani in tribuna. Qualche coro minaccioso e nulla più. Gli ultras sardi, osservati da vicino da qualche “inviato” della curva bresciana per tutta la partita, alla fine dei novanta minuti sono gli ultimi a uscire. Caricati su un pullman e scortati dalla polizia si dirigono verso l’aeroporto di Orio al Serio, per il ritorno a casa. Qui si conclude un pomeriggio di ordinaria follia ultras. Che, a quanto pare, non va in vacanza nemmeno d’estate.
Alla fine il bilancio è di quattro feriti tra le forze dell’ordine e qualcuno anche tra i gruppi ultras, che però ha rifiutato i soccorsi per evitare il riconoscimento. Ma sarebbe potuta andare peggio, per tutti, se solo la Digos di Cagliari ieri mattina non avesse avvertito i colleghi di Brescia del gruppo ultras in partenza in vista dell’amichevole. La Digos della questura bresciana, nel frattempo, ha acquisito video e immagini della guerriglia di ieri. Qualche provvedimento, c’è da scommetterci, arriverà.