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Cellino: “Tonali? Mi ricorda O’Neill. I bresciani più provinciali dei cagliaritani”

Massimo Cellino a tutto tondo. Nella prima parte dell’intervista l’ex presidente del Cagliari e attuale patron del Brescia parla del baby campione Tonali, del momento delle rondinelle e delle differenze tra le due società.

PARLA CELLINO. Senza filtro, Massimo Cellino. L’ex presidente del Cagliari si confessa a La Gazzetta dello Sport. Tonali, O’Neill, la Serie B a 19, il suo Brescia, la questione stadio e tanto altro nella prima parte dell’intervista. IL RAPPORTO CON GIULINI, LA VICENDA IS ARENAS, ALLEGRI E IL CELLINO SCARAMANTICO E MANGIALLENATORI NELLA SECONDA PARTE.

TONALI.Non faccio cifre, sto cercando di proteggere un vero talento. Ha una famiglia solida, tipica lombarda. Ha promesso a me e alla mamma che finirà lo scientifico. Nazionale? metterà in difficoltà Mancini, perché è pronto. E’ il prototipo del centrocampista moderno, inventa e difende.

PARAGONI. “Pirlo? Si assomigliano fisicamente, per il resto sono diversi: Andrea alla sua età giocava più avanti poi Ancelotti gli ha cambiato ruolo, Sandro ha grandi doti di equilibratore e credo farà il percorso inverso: tra qualche anno giocherà trequartista. E’ formato dal punto di vista muscolare e ha il senso del gol. Mi ricorda O’Neill che dal Cagliari è poi passato alla Juve. Ma Fabian ha avuto la carriera rovinata dall’alcol, Sandro è un 18enne con la testa da adulto“.

ATTUALITÀ. “La B a 19? Non mi piace, ma era importante far partire il campionato. Io vorrei 22 squadre tutte con i bilanci in ordine. Purtroppo in Italia c’è l’abitudine consolidata di essere promossi dai tribunali. Donnarumma? Ha deciso lui di rinunciare alla A. Come Morosini che avrebbe potuto restare al Genoa”.

BRESCIA.I bresciani sono grandi lavoratori. E ancora più provinciali dei Cagliaritani: sono convinti che il mondo cominci e finisca a Brescia. Corini è il modello: parla poco, lavora molto e non si lamenta. Ora stiamo facendo bene, ma dobbiamo fare di più in trasferta“.

STADIO BRESCIA.Prima bisogna avere la casa, il posto dove lavorare tutti i giorni. Lo stadio non è una priorità, anche se è vecchio e scomodo. Conoscevo Brescia solo attraverso il Rigamonti e mi aspettavo che la città fosse altrettanto brutta. Invece è meravigliosa e meriterebbe uno stadio decoroso. Va demolito e rifatto“.

RIVALI.L’Atalanta resta un modello. Ho dovuto ricostruire il vivaio affidandolo a una persona di valore come Christian Botturi. So come cercare e costruire i giovani. Con la Dea non c’è complesso di inferiorità, arriveremo al loro livello, il traguardo è salire in A al terzo anno, quindi nel 2020“.

QUI LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA. Il rapporto con Giulini, la vicenda Is Arenas, Allegri e il Cellino scaramantico e mangiallenatori.

 

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