La partita contro i rossoneri è pure ricordo di avvenimenti che hanno lasciato il segno nella storia rossoblù. Riviviamo quel triste pomeriggio del lontano 1976
È il primo febbraio, allo stadio Sant’Elia si gioca un’importante partita tra rossoblù e, per l’appunto, il Milan di Giovanni Trapattoni.
Mario Tiddia ha preso le redini di una squadra allo sbando dopo la tragica gestione di Luisito Suarez, e necessita di una vittoria per mantenere immutate le speranze di salvezza.
Al minuto 47 i rossoneri passano in vantaggio grazie ad un colpo di testa di Egidio Calloni. Ma il Cagliari non ci sta, il suo alfiere Gigi Riva non ci sta. Al minuto 50 rincorre un pallone assieme al difensore Aldo Bet. Uno scatto, un contrasto, la fitta: il campione di un intero popolo è a terra.
Dsgli spalti si percepisce subito la gravità della situazione: Rombo di Tuono non ce la fa ed al suo posto entra Desiderio Marchesi. Da quel momento la luce del Cagliari si spegne e con essa la speranza di fare risultato in quell’importante partita.
Il Milan, infatti, legittima la sua vittoria con un’altra rete di Calloni ed una di Giorgio Biasiolo. Inutile il momentaneo 2-1 realizzato da Fernando Viola.
È necessario attendere per le sorti del campione. L’intera Italia calcistica rimane in attesa di un’impietosa diagnosi: lacerazione dell’adduttore della coscia destra. Si intuisce che stavolta l’infortunio è diverso dai primi due (la frattura di tibia e perone della gamba sinistra nella sfida tra Italia e Portogallo del 1967, e stessa diagnosi, ma della gamba opposta, causato da Norbert Hof, Austria-Italia giocata poco tempo dopo lo scudetto).
Al termine della stagione, orfano del suo leader, il Cagliari saluta la massima serie, nonché il periodo di maggior splendore culminato con lo scudetto vinto soltanto sei anni prima. Non solo: a salutare, stavolta definitivamente, è proprio Gigi Riva, che non riuscirà a recuperare dal terzo maledetto infortunio di una carriera tinta solamente di rossoblù.
