Diego López ha quarantaquattro anni, è allenatore dal 2011 ed è sempre stato un leader diverso, silenzioso. Ma a cui bastavano le parole giuste, al momento giusto e dette nel modo giusto per farsi capire.
Gennaro Gattuso è più giovane di quattro anni, ha cominciato ad allenare due anni dopo ed è il “Ringhio” che tutti conosciamo. Lo è stato in campo, dove il confronto con López, almeno per trofei vinti, non dà merito all’uruguaiano, e lo è in panchina. Grintoso, verace. Sempre sul pezzo.
Ma c’è una passione che li unisce. Quella per la propria squadra del cuore. Il Cagliari di Diego e il Milan di Gennaro. Una maglia indossata e onorata da giocatori e ora tenuti a far rispettare dalla panchina. Tornati a casa proprio con questo obiettivo a stagione in corso. Quando la situazione sembrava precipitare.
Qualcosa, almeno in termini di scossa, l’hanno prodotta: 14 punti in 12 partite per l’allenatore rossoblù (quattro vittorie, due pareggi, sei sconfitte), 8 in 6 gare per quello rossonero (due vittorie, due pareggi e due sconfitte. Per media punti sarebbe avanti Gattuso (1,33 contro 1,16), ma le partite considerate giocano a sfavore dell’uruguaiano.
Li ha messi a confronto anche Carmelo Palilla, ex vice storico di Gian Piero Ventura a Cagliari, che Diego e Gennaro li conosce bene.
López lo ha visto arrivare, e poi crescere, proprio negli anni in cui l’ex ct sulla panchina rossoblù: “È sempre stato il Pirlo della situazione, un leader silenzioso. Avevo dubbi sulla sua carriera da tecnico. Poi l’ho visto all’opera con i ragazzi: sapeva spiegare le cose e riusciva a farsi seguire. L’ho seguito quando è passato alla prima squadra, poi a Bologna e a Palermo. Ha tutte le capacità per fare bene“.
Del secondo è stato collaboratore tecnico ai tempi del Pisa: “Rino invece è un trascinatore, un agonista. Ma a volte si fa trasportare troppo dal carattere. Tatticamente, a Pisa, si metteva spesso a specchio con l’avversario. Ma questo creava un po’ di confusione“.
La preferenza di Palilla: “López è più maturo. Gattuso forse pensava bastasse l’esperienza da giocatore nel Milan. López è forse un gradino più in alto tatticamente. Ma col Milan sarà dura“.