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ESCLUSIVA – Matteoli: “Ranieri? Un maestro nella gestione del gruppo”

Gianfranco Matteoli e sir Claudio. “Con due tasselli di personalità, la squadra può cullare traguardi ambiziosi”

L’amarcord sa di buono. Gianfranco Matteoli, regista, capitano e anima di un gruppo rossoblù che ha scritto la storia. Claudio Ranieri, l’allenatore della risalita dalla C alla A. Un incrocio che chi tifa Cagliari non dimentica. Dylliding dyllidong e Arroddugò sono due flash nitidi e speciali per quanti amano i Quattro mori. Professionisti e signori al tempo stesso, cosa che spesso non è scontata. Il Cagliari e quel Cagliari, con alle spalle la famiglia Orrù, hanno rappresentato un modo di fare sport professionistico oramai scomparso. Vilipeso e coperto di polvere. Adesso, troppo spesso prevale il business, l’arroganza, l’incompetenza. La qualità degli uomini, e dei calciatori, la parola data, l’impegno e il sacrificio vengono dopo. Spesso, mai. “Quando sono arrivato al Cagliari ho trovato un grande gruppo. Si capiva che il mister aveva fatto un enorme lavoro tattico e mentale”.

Gianfranco, quali sono i compagni che non scorda?

“Penso a Festa, Cappioli, Firicano. Ma in quella squadra erano in tanti in rampa di lancio e hanno poi proseguito ad alti livelli. Ranieri non solo è stato maestro di calcio ma fin da allora era un ottimo motivatore. Un allenatore che sa quando intervenire e come lavorare sui giocatori”.

Cosa estrae dall’album dei ricordi?

“Il pareggio con la Juventus a Torino. Perdevamo 2 a 0, eravamo in barca. Nell’intervallo Claudio è stato esemplare: ci ha detto di stare attenti e di non mollare di una virgola. Poi, ci ha rimandati in campo con qualche modifica. Ha avuto ragione, l’abbiamo chiusa 2-2. Per me, anche perché il giorno dopo è nata mia figlia, si tratta di momenti ed emozioni che non scordo”.

Alla recente conferenza di presentazione, Ranieri ha detto che se avesse la macchina del tempo prenderebbe proprio lei.  

“Se mi ha ricordato significa che gli ho lasciato qualcosa. Queste parole mi fanno piacere. Ma, ripeto, in quel periodo c’erano altri giocatori che con lui sono saliti in B dalla C e poi in A. Si vedeva che sul gruppo aveva fatto un gran lavoro”.

Ranieri ha dovuto mettere mano a un Cagliari reduce da un pessimo girone d’andata. Qual è stata la prima mossa?

“È intervenuto sulla difesa, questa squadra prendeva due gol a partita. Ha sistemato il reparto a tre, dando più equilibrio e più copertura. Semplicemente, li ha messi meglio. Tanto che nelle prime due gare con lui in panca non ha subito reti”.

Come deve proseguire?

“Servono altri accorgimenti per la qualità del gioco e la fase che porta al tiro. Però, ricompattare la difesa è stato fondamentale. I campionati si vincono se subisci il meno possibile. Anche perché segnare è sempre più difficile”.

Questa rosa può salire in A?

“Perché no! Mi sembra attrezzata ma serve qualche pedina. Penso a un difensore centrale. Un leader che comandi e dia sicurezza al reparto. Mentre a centrocampo ci si può anche arrangiare. Il traguardo deve essere la risalita, il tempo per provarci non manca. Ma occorrono almeno due pedine pronte, esperte e con personalità”.

La B rimane sempre dura e incerta.

“Sì, ma la serie A è un altro pianeta: non capisco chi parla di A2, se non perché ci sono grandi città. Ho visto diverse partite,  difficile ricordare bel calcio. Il Cagliari non può lottare per uno dei due posti, a meno che non comprino dei top player. Ma i play off sono alla portata”.

Claudio Ranieri cosa porta in dote?

“Intanto, una gigantesca competenza calcistica. Ripeto, è fenomenale nella gestione del gruppo. Ha esperienza e ne ha viste di cotte e di crude. Poi, sa trattare e capire i giocatori. E affrontare situazioni maturate in una carriera a grandi livelli. Più o meno tutti sanno come mettere i giocatori in campo. Ma poi vince il gruppo. E il tecnico che lo disegna”.

Cagliari-Spal dopo l’opaco pareggio con il Cittadella. Qual è la sensazione?

“Entrambe andranno al sodo, a caccia del risultato. Sarà una partita sporca e combattuta, poco bella da vedersi come quasi sempre in B”.

Cosa pensa del derby tra romanisti doc: da una parte Ranieri, dall’altra De Rossi?

“Daniele De Rossi incrocia un suo importante maestro. È giovane, sta cominciando, potrebbe essere un predestinato. Ma deve dimostrare di essere bravo, Prima si faceva la gavetta, come ha fatto Ranieri, adesso devi avere il carro giusto. La Spal andava male, hanno cambiato e pareva dovessero spaccare il mondo ma sono ancora dietro. Come sempre, il campo rimane il giudice supremo”.

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