Vittorio, la recente scomparsa di Gigi Riva ti avrà rimandato indietro con i ricordi ai tuoi primi passi nel calcio…
“Quando arrivai nella prima squadra del Cagliari, c’era la presidenza Moi. Gigi Riva si occupava di ogni aspetto sportivo e fu lui a farmi sottoscrivere il primo contratto da professionista. Mi disse quel giorno: ‘Ora la pagnotta te la devi guadagnare sul campo‘.
Una presenza importante, carismatica. Immaginarsi per un giovane ragazzo agli esordi nel professionismo.
“Ricordo come se fosse ieri Sorrentino e Minguzzi in porta, mentre lui si metteva a calciare le punizioni: e lo faceva ancora da campione, sbagliava raramente. La prima cosa che poi ho saputo aveva chiesto sul sottoscritto, era se fossi un bravo ragazzo“.
Cosa hai provato nel vedere l’immensa ondata d’affetto da parte dei cagliaritani per la sua scomparsa?
“Prima o poi anche i miti vanno via. Tutti lo consideravamo immortale: la legge della vita è però questa. È vero che Gigi non è più qui con noi, però lui ci sarà sempre ugualmente. Resterà in eterno un punto di riferimento per noi cagliaritani, per i tifosi del Cagliari. E non va dimenticato il tributo sentito da parte del resto d’Italia, per la scomparsa di un uomo che è stato un esempio riconosciuto“.
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