La domanda è: perché? Perché cedere adesso Edoardo Goldaniga? Perché scegliere di privarsi di un difensore affidabile senza le giuste garanzie di copertura? Una scelta dubbia, specie perché concretizzata alla vigilia di una gara delicatissima per tanti motivi.
Goldaniga non ha mai avuto i picchi del miglior Dossena, ma tra tutti i difensori è sempre stato il più affidabile, nonché quello che proprio con il numero 4 aveva mostrato l’intesa migliore. Non una colonna, ma certo che rispetto a Wieteska e Hatzidiakos visti contro il Torino, a confronto, sembra un giocatore di categoria superiore.
Che i due acquisti estivi (costati in totale ben 7 milioni) fossero un po’ troppo in difficoltà con il calcio italiano lo si era capito almeno da novembre. E forse avrebbe avuto più senso rinunciare a uno di loro piuttosto che a un giocatore che nella prima metà di campionato era servito come il pane a Ranieri. Certo, gli errori non erano mancati neanche per Goldaniga, ma la coppia con Dossena era l’unica ad aver mostrato una discreta tenuta, al netto delle sbavature individuali spesso fatali.
Insomma, se c’era qualcuno da sacrificare sull’altare dell’indice di liquidità quello non era Goldaniga. Non un giocatore che fin qui aveva messo una pezza in un clamoroso doppio errore del mercato estivo.