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ESCLUSIVA – Mitri, ex Monza: “Ranieri vuol dire ‘verità’. Nel 1985 provai a venire al Cagliari”

Classe 1958, centrocampista del Monza nel 1982-83 che concluse la carriera in Sardegna (nel Tempio), Andrea Mitri è oggi un apprezzato scrittore e uomo di teatro. Il suo spettacolo "Fuorigioco di Rientro", sulla figura del calciatore immaginario Mirko Botteghi, rappresenta un interessante spaccato sulla parabola di un calciatore professionista. CalcioCasteddu lo ha intervistato in vista di Cagliari-Monza.

Buongiorno, Andrea. Come definiresti, da uomo di calcio che sa raccontare la realtà delle cose, il pallone di oggi?

Lo specchio dei tempi. Ai miei era un rito domenicale, con poche alternative per la gente. Oggi siamo oberati di impegni e di proposte, il calcio è tutto frammentato. Ormai, purtroppo, è diventato solo ed esclusivamente uno spettacolo“.

Hai giocato per alcune stagioni nella Triestina, sei stato giocatore in Serie B con Ternana, Monza e Cavese: cosa ricordi della tua esperienza in Brianza?

Allora era molto più difficile che una squadra con un piccolo bacino d’utenza arrivasse in A. Il Monza in cui ho giocato io veniva mandato avanti sostanzialmente dai tifosi che pagavano il biglietto. Eravamo una squadra giovanissima, in cui a 24 anni ero uno dei più anziani. Un gruppo bellissimo, per me la migliore annata della carriera in Serie B. Alla fine del girone d’andata eravamo candidati alla retrocessione, ma ci salvammo con un ottimo girone di ritorno“.

Domani Cagliari-Monza alla ripresa del campionato. Come valuti le due squadre fino a questo momento?

Il calcio lo seguo sempre tantissimo, però lo ‘spezzatino’ mi allontana un po’. Il Cagliari è partito maluccio, vero: ma vanta diverse soluzioni in attacco rispetto ai brianzoli, che però contano un centrocampo migliore a mio parere. Può sembrare scontato, ma mi aspetto una gara combattuta“.

Sulla panchina dei sardi è tornato Claudio Ranieri, che incarna se vogliamo quel calcio romantico che hai vissuto anche tu. A te virtualmente la penna, per descrivere un uomo rispettato oltre i colori e i campanilismi.

Un allenatore che dal punto di vista umano riesce a trasmettere qualcosa in più. L’ho conosciuto quando allenavo nelle giovanili della Fiorentina, ne ho seguito sempre la carriera. Ritengo che la sua forza sia quella di essere sempre sé stesso: non ha remore nel rimproverare il pubblico o chi non si comporta bene, anche in riferimento ai giocatori che hanno bisogno di verità. Ranieri appaga questo bisogno. Sa trattare con tutti e comportarsi come un punto di riferimento, in qualsiasi società lavori“.

Ci sono dei richiami alla Sardegna nella tua carriera da calciatore, non è vero?

Esatto. Nel 1985 ero svincolato e così telefonai a Renzo Ulivieri, l’allenatore che mi aveva fatto esordire in Serie B a 20 anni. Lui era appena stato ingaggiato dal Cagliari, gli chiesi di portarmi in Sardegna: ‘Nel tuo ruolo abbiamo acquistato Pulga, giusto tre giorni fa‘. Purtroppo non se ne face nulla. Poi, più avanti, ho chiuso la carriera a Tempio Pausania. Annata bella e ricca di giovani, come Francolino Fiori: avrebbe potuto arrivare in alto. Ma come si diceva allora… ‘Ci vuole la testa giusta’. Peccato. Tornando a Ulivieri: è stato uno dei miei maestri. Colto, furbo, si sapeva vendere bene ma è lui che mi ha formato maggiormente, insieme a Ottavio Bianchi e Aurelio Andreazzoli“.

Quali sono i tuoi prossimi progetti legati al calcio e non solo?

Legati esclusivamente al calcio, no. Però sto portando in teatro lo spettacolo ‘Atletico Short Stories‘ insieme a Roberta Sabatini, sugli atleti fragili che hanno vissuto delle esperienze dolorose e forti sul loro cammino. Per quanto riguarda il calcio parlerò della vicenda di Andrés Escobar, difensore della Colombia ai Mondiali 1994 che perse la vita in modo tragico e sulla cui morte aleggia ancora qualche mistero“.

® RIPRODUZIONE RISERVATA


Andrea Mitri è nato a Saronno (Varese) nel 1958. Centrocampista, debutta nella Triestina e scopre la cadetteria a 20 anni con la maglia della Ternana, lanciato dal futuro allenatore del Cagliari Renzo Ulivieri. Milita nel Monza 1982-83 – 27 presenze e 5 gol – con cui inizia pure l’annata seguente prima di passare alla Cavese. Si ritira a 30 anni disputando il campionato di C2 nel Tempio. Dopo aver allenatore a livello giovanile in alcune società, si appassiona al teatro d’improvvisazione e mette in scena (dal 2006) il suo spettacolo Fuorigioco di Rientro. Si descrive così: “Nato a Saronno, vivo a Firenze, ma nel bene e nel male rimango triestino dentro“. Ha pubblicato alcuni libri, tra cui “Poco sesso, niente droga e qualche gol. Racconti dal calcio anni ’80“, pubblicato nel 2023.

Per coloro che fossero interessati alle sue attività teatrali e letterarie, ecco il suo profilo Facebook.

 

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