PRIMO TEMPO. Pomeriggio inizialmente ventoso all’Unipol Domus, sparito a stretto giro di posta. Un minuto di raccoglimento prima della partita, in memoria delle vittime dell’alluvione in Toscana: un imbecille, appartenente a un settore dello stadio che non menzionerò per rispetto dei tifosi veri, ha voluto prendersi il Nobel per la stupidità – istituito per l’occasione – urlando “Giulini pezz’e m…a” nel rispettoso silenzio di tutti gli altri presenti. Superfluo commentare oltre la censurabile condotta di certi esseri umani in un momento di cordoglio. Premessa chiusa, spazio alla partita. Ranieri conferma Mancosu a svariare in fase offensiva, supportato dai “ragazzi terribili” Oristanio e Luvumbo. In difesa si posiziona a 4, scegliendo Goldaniga a destra e inserendo Hatzidiakos come centrale mancino affianco a Dossena. La partita si attarda terribilmente a ingranare: l’unico tentativo a rete resta per parecchio tempo un mancino poco convinto di Luvumbo. Per il resto la palla viaggia come in un flipper, tra colpi e ribattute. In maniera estemporanea, Vásquez colpisce l’incrocio dei pali (36°) dopo essersi ritrovato solo ma in posizione defilata: nell’occasione, il pallone era arrivato al genoano dopo il mancato intervento di Hatzidiakos. Luvumbo segna di sinistro, ma Guida reputa falloso il suo essersi liberato di Vásquez e annulla. Timidi segnali di un match per il resto senza emozioni: quella che verrebbe descritta come una partita bruttina, tra squadre raccolte e pochissimi spazi a disposizione.
SECONDO TEMPO. Ranieri attua un doppio cambio all’intervallo: Zappa per Hatzidiakos, Viola per Mancosu. Il mancino lo ripaga immediatamente, ricevendo da Oristanio e beffando il portiere con un mancino velenoso al primo pallone giocato. Entusiasmo ghiacciato dopo nemmeno 3 minuti, in cui è Goldaniga ad abbassare di botto la temperatura con un intervento maldestro: Gudmundsson non perdona e pareggia. I padroni di casa reclamano un rigore, Luvumbo va a terra contro Dragusin però il check non frutta il penalty. Il match si fa più interessante. Cagliari più attivo. Gli altri due subentrati Zappa e Petagna confezionano il 2-1, con il difensore che realizza la sua prima rete in Serie A: un gol pesantissimo, così come la parata nel finale di Scuffet su Puscas che salva tutto (dopo essere rimasto inoperoso tutta la gara). Da segnalare, una direzione di gara alquanto discutibile da parte di Guida.
Il Cagliari tira fuori 6 punti dagli scontri con le altre due neopromosse con un’ulteriore consapevolezza: in panchina, tra manico e sostituti, i sardi hanno un plus che pochi altri possono vantare. Piano piano, arrivano i punti.
Cagliari-Genoa: il commento a caldo. Il vero plus dei sardi è la panchina
Il commento sulla gara all'Unipol Domus tra Cagliari e Genoa, a pochi minuti dal triplice fischio: impressioni e dettagli.
Dal nostro inviato all’Unipol Domus
PRIMO TEMPO. Pomeriggio inizialmente ventoso all’Unipol Domus, sparito a stretto giro di posta. Un minuto di raccoglimento prima della partita, in memoria delle vittime dell’alluvione in Toscana: un imbecille, appartenente a un settore dello stadio che non menzionerò per rispetto dei tifosi veri, ha voluto prendersi il Nobel per la stupidità – istituito per l’occasione – urlando “Giulini pezz’e m…a” nel rispettoso silenzio di tutti gli altri presenti. Superfluo commentare oltre la censurabile condotta di certi esseri umani in un momento di cordoglio. Premessa chiusa, spazio alla partita. Ranieri conferma Mancosu a svariare in fase offensiva, supportato dai “ragazzi terribili” Oristanio e Luvumbo. In difesa si posiziona a 4, scegliendo Goldaniga a destra e inserendo Hatzidiakos come centrale mancino affianco a Dossena. La partita si attarda terribilmente a ingranare: l’unico tentativo a rete resta per parecchio tempo un mancino poco convinto di Luvumbo. Per il resto la palla viaggia come in un flipper, tra colpi e ribattute. In maniera estemporanea, Vásquez colpisce l’incrocio dei pali (36°) dopo essersi ritrovato solo ma in posizione defilata: nell’occasione, il pallone era arrivato al genoano dopo il mancato intervento di Hatzidiakos. Luvumbo segna di sinistro, ma Guida reputa falloso il suo essersi liberato di Vásquez e annulla. Timidi segnali di un match per il resto senza emozioni: quella che verrebbe descritta come una partita bruttina, tra squadre raccolte e pochissimi spazi a disposizione.
SECONDO TEMPO. Ranieri attua un doppio cambio all’intervallo: Zappa per Hatzidiakos, Viola per Mancosu. Il mancino lo ripaga immediatamente, ricevendo da Oristanio e beffando il portiere con un mancino velenoso al primo pallone giocato. Entusiasmo ghiacciato dopo nemmeno 3 minuti, in cui è Goldaniga ad abbassare di botto la temperatura con un intervento maldestro: Gudmundsson non perdona e pareggia. I padroni di casa reclamano un rigore, Luvumbo va a terra contro Dragusin però il check non frutta il penalty. Il match si fa più interessante. Cagliari più attivo. Gli altri due subentrati Zappa e Petagna confezionano il 2-1, con il difensore che realizza la sua prima rete in Serie A: un gol pesantissimo, così come la parata nel finale di Scuffet su Puscas che salva tutto (dopo essere rimasto inoperoso tutta la gara). Da segnalare, una direzione di gara alquanto discutibile da parte di Guida.
Il Cagliari tira fuori 6 punti dagli scontri con le altre due neopromosse con un’ulteriore consapevolezza: in panchina, tra manico e sostituti, i sardi hanno un plus che pochi altri possono vantare. Piano piano, arrivano i punti.
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