L’uomo capace di fare diventare i sogni calcistici in realtà Claudio Ranieri. Lo ha fatto al Cagliari da giovane allenatore (dalla C alla e salvezza in A dal 1988 al 1991), si è ripetuto al Leicester con lo storico titolo in Premier nella stagione 2015/2016 e prima storica partecipazione in Champions, e sta scrivendo un’altra pagina di storia di nuovo a Cagliari. A gennaio Giulini lo chiama per sostituire Liverani. I rossoblù sono in difficoltà in Serie B e lui accetta per amore. La cavalcata è incredibile si conclude la notte di domenica 11 giugno scorso, quando al fischio finale di Bari-Cagliari, con la commozione per il ritorno nel massimo campionato dei rossoblù.
La prossima commozione? Ieri, dopo il clamoroso 4-3 in rimonta dallo 0-3 ai 20’ finali più recupero (che hanno fruttato ai danni del Frosinone la prima vittoria stagionale in campionato, poteva essere il momento giusto. Ma a fine gara in sala stampa, dove venerdì disse “Il Cagliari si salverà all’ultimo minuto dell’ultima partita” ieri ha affermato: “Mi commuoverò quando avrò salvato questa squadra. Questa vittoria la mettiamo nel cuore perché viene dal cuore“. Parole da grande e vero leader, ovvero da capitano non giocatore in campo, come nel tennis. Uomo mai banale in quel che dice e sempre un signore. Al fischio finale (mentre squadra, staff tecnico e tifosi giustamente esultano) lui va a cercare per salutarlo in modo serio e senza esultare Di Francesco. Non serve aggiungere altro, se non Chapeau Claudio Ranieri.