Quattro gol segnati in una ventina di minuti non devono però far dimenticare gli altri settanta trascorsi tra errori e distrazioni. Il Cagliari deve godersi questo 4-3 strameritato, e ci mancherebbe altro, sia per la reazione nella singola partita che per le altre gare in cui meritava di raccogliere di più e non c’è riuscito. Ma per crescere bisogna guardare soprattutto a cosa non si è fatto bene e migliorare.
Innanzitutto non può passare inosservata la giornata terribile di Dossena, praticamente responsabile su tutte le reti ciociare. Il difensore ha vissuto la sua peggior partita in rossoblù e poco conta se ha messo a referto un assist per Pavoletti. Benissimo, ma il suo lavoro è difendere e su quel frangente è stato l’ombra di sé stesso. Passaggio suicida sul primo gol di Soule, tempo d’intervento e posizionamento sconclusionati sul secondo, puntato e infilato da Brescianini sul terzo. Analizzare, correggere e ripartire. Dossena è una delle poche certezze, ma non deve perdersi per eccesso di convinzione.
Non bene nemmeno la mediana, con Prati che in occasione del primo gol giallazzurro poteva e doveva andare incontro a quella brutta palla di Dossena. Ma male pure Deiola, incapace ieri di metterci cattiveria e oggettivamente tra i peggiori in campo. Non è suonata la sveglia nemmeno a Jankto, certamente con l’attenuante di essere fuori posizione, ma poco propositivo e con un gol mangiato nel primo tempo a pochi passi dalla porta. Sulle fasce non bene Augello: sul secondo gol poteva chiudere sul portatore e non allontanarsi per controllare il giocatore dietro, poi due dei tre gol ciociari nascono dalla sua zona. Capitolo portiere da aprire, purtroppo. Scuffet non sembra dare sicurezza, tant’è che vedendolo incerto nell’uscita Nandez si fa male andando a inseguire un pallone che doveva essere suo. Poi sul tiro di Brescianini si poteva obiettivamente fare di più.
Resterebbero altre note sparse un po’ per tutti, ma il concetto generale è semplice: in Serie A paghi la minima disattenzione. Troppi punti già sono stati persi per errori sottoporta, palloni scivolati dalle mani del portiere ed errori individuali evitabilissimi. Serve lavorare sulla personalità, sulla cattiveria e sulla concentrazione. Ma nonostante ci sia ancora tanto da fare si parte dalla certezza che tutti nel Cagliari si butterebbero nel fuoco per Ranieri. E questo è il punto di partenza migliore che ci possa essere.