Il campione d’Italia 1970 Giuseppe Tomasini commenta per i lettori di CalcioCasteddu il ritorno del Cagliari in Serie A: intervista esclusiva
Confidava nel ritorno immediato del Cagliari in Serie A e in un modo così emozionante?
“Il botto finale non lo aspettavo, però nel mio cuore ci ho sempre sperato. Ranieri ha tirato fuori il meglio da questi ragazzi, motivandoli fino a realizzare un’impresa contro un Bari davvero ottimo. Merito ulteriore, aver battuto un avversario di livello“.
Come ha vissuto il palpitante finale di Bari?
“Mi trovavo insieme agli ex rossoblù a Jerzu per una partita di beneficienza, con Pusceddu, Matteoli, Bellini e altri: quando Pavoletti ha segnato, siamo rimasti a urlare per 5 minuti! Il Cagliari meritava questo premio. Vorrei spendere una parola per Dossena: per me è un grandissimo giocatore, che farà tanta strada“.
Un’affermazione dai molteplici significati.
“Il Cagliari ce l’ho nel sangue e dovrebbe stare di diritto in Serie A, anche per i tantissimi chilometri e sacrifici che fanno i suoi tifosi per seguirlo. I sardi che vivono fuori dall’Isola hanno potuto vivere una soddisfazione immensa, un aspetto che non va scordato. So bene cosa significa. Onore a Ranieri, ai giocatori, al presidente. Meritavamo più del Bari, per il percorso e la rimonta fatta“.
Dopo il vostro tricolore conquistato 53 anni fa, dove colloca l’impresa realizzata dalla squadra di Ranieri?
“Il nostro Scudetto ha significato tantissimo per i sardi e questa terra, ce lo siamo sudato contro tutto e tutti. Questa promozione è però molto importante. Voglio esprimere anche un parere su Giulini: ha fatto l’ottima scelta di optare su Ranieri e il ritorno in A è un premio anche per lui, che arriva da un anno in cui è stato fischiato e contestato“.
Un trionfo che ha riacceso la grande passione del tifo cagliaritano.
“I tifosi sardi, quando le cose non andavano bene ai miei tempi, non venivano allo stadio per fischiare: preferivano isolarsi e stare a casa con civiltà. Il sostenitore cagliaritano è intelligente perché non crea caos, facinorosi a parte. Gente molto educata, in confronto a piazze calde che ho conosciuto in cui accadeva di tutto. Siamo persone civili“.
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