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ESCLUSIVA – Carta: “Vivaio: gli obiettivi del Cagliari tra identità e valori”

Il direttore sportivo del settore giovanile rossoblù, Pierluigi Carta, in esclusiva ai microfoni di CalcioCasteddu: panoramica su presente e futuro

PASSIONE. “Il mio ingresso in questo ambiente è figlio dell’amore e della passione per il calcio. Ho sentito la spinta a provarci, con un po’ di incoscienza e rinunce. Il mondo del pallone è irrazionale, non è semplice. Ho fatto un percorso di studi che con il settore di cui parliamo non ha nulla a che fare, però sono riuscito nel mio intento di mettermi in gioco“.

LA MISSION ROSSOBLÙ. “La mission del club a livello giovanile – grazie anche al ruolo di Bernardo Mereu (Responsabile Settore Giovanile, Attività di Base e Cagliari Football Academy) e di Oscar Erriu (Coordinatore Tecnico Settore Giovanile) – è quella di portare il maggior numero di giocatori sardi meritevoli all’interno della società, scegliendoli da nord a sud, entrando in maniera capillare nel territorio con il progetto Academy e la partnership con l’Olbia. Quindi, creare delle opportunità grazie a una metodologia che le nostre squadre affiliate seguono. Abbiamo 6 squadre che disputano dei tornei nazionali, dall’Under 14 alla Primavera: un motivo di vanto per il Cagliari“.

POLITICA. “Da quest’anno si è adottata la linea di portare i ragazzi più meritevoli sotto età alla squadra immediatamente superiore. A differenza della scorsa stagione, i risultati sono stati meno floridi (vedi il raggiungimento dei playoff per 3 squadre) ma non rappresentano l’unico metro di giudizio per la strategia societaria, in quanto entrano in gioco molteplici altri aspetti. Quindi è ugualmente importante continuare ad investire sulla preparazione delle varie figure: non solo i giovani atleti, ma pure i tecnici e altri operatori del settore“.

LA PRIMAVERA 2022-23. “Parliamo di due filosofie molto diverse, rispetto all’anno scorso. La rosa è composta dai 2004, più i 2005 e 2006 che la completano. La squadra è quindi più giovane, però costruita da ragazzi con un potenziale importante. La Primavera rossoblù ha disputato un grande girone d’andata, molto soddisfacente. Certo: dopo la prima parte di stagione, il flusso di giocatori aggregati ai ‘grandi’ è diventato più intenso e si è fatto notare, come da normali dinamiche. Oggi viviamo un film diverso rispetto al recente passato, che va saputo vivere con oculatezza ed equilibrio“.

RIPRENDERE LA MARCIA. “Mister Michele Filippi è un allenatore dai contenuti tecnici e morali notevoli. Con il suo staff dovrà essere bravo a trovare la strada per riprendere il cammino e attraversare il finale di campionato con serenità. Se i punti non arrivano, non significa che sia tutto negativo: si tratta di momenti che possono capitare in una stagione, da vivere con equilibrio e freddezza da parte di tutti. Necessario capire come abbinare prestazione e risultato, ricorrendo a conoscenze/lavoro e a un sano pragmatismo. Gli alibi non esistono: si passa sempre e solo attraverso la ricerca delle soluzioni. Proviamoci già domenica contro il Lecce“.

PROFILI ESEMPIO. “Desogus, Kourfalidis, Luvumbo, Lella, Contini, Obert sono il prodotto del lavoro fatto all’interno del vivaio rossoblù. L’approdo da parte di alcuni di loro alle rispettive Nazionali è il giusto riconoscimento per i ragazzi e il club. Ci sono ora diversi profili 2005 e 2006 che stanno anticipando il percorso, per un ciclo che si è aperto già dall’anno scorso. L’obiettivo è portare sempre il maggior numero dei giovani che formiamo alla prima squadra“.

CONSIDERAZIONE. “È molto gratificante – al di là dei contraccolpi che può portare alla Primavera la ‘cessione temporanea’ di giocatori alla prima squadra – sentire Claudio Ranieri esprimersi con termini lusinghieri su Carboni o decidere l’esordio di Griger. Può succedere che la crescita vada valutata sul medio-lungo termine, però ci sono dei casi di percorsi più veloci. Parlando di Luvumbo, Desogus e Kourfalidis, sapevamo potessero fare bene. C’è una regola non scritta, che sposta gli equilibri nel bene o nel male di una carriera: la gestione del singolo, e ci tengo a sottolinearlo. Solo una buona sinergia club-giocatore-tecnico può portare effetti benefici“.

APPARTENENZA. “Quello dell’appartenenza è un concetto a cui tengo particolarmente. Sotto questo punto di vista il Cagliari è su un’ottima strada, perché parte da un substrato di giocatori che indossano con continuità la maglia rossoblù nelle giovanili e possono diventare degli ottimi testimonial di ciò che significa indossare questi colori. Poi, è chiaro: non tutti i ragazzi possono essere locali e vengono integrati con elementi scelti grazie allo scouting. Mi sento di affermare che Jacopo Desogus rappresenta un esempio: un ragazzo che è arrivato dall’entroterra, ha fatto suoi il rosso e il blu condividendone i valori. Un percorso in cui anche l’Olbia svolge un ruolo di spessore, per un sistema proiettato alla formazione del senso identitario. Posso esprimermi favorevolmente e con cognizione di causa, circa l’approccio ai colori, anche per i ragazzi che ho citato prima che fanno parte regolarmente della prima squadra. Prendiamo Obert e Kourfalidis: non sono sardi, nemmeno italiani. Ma hanno sposato la causa con onore e si rendono disponibili per aiutare la Primavera se c’è necessità, non perdendosi nemmeno le partite come spettatori. Sintomo in primis di umiltà, incarnando appieno questo aspetto“.

I RISCHI PER I GIOVANI. “La figura dei procuratori è presente, certo. Ma parlerei più di personaggi, che di agenti. Nel nostro lavoro abbiamo a che fare con individui di questo tipo e con famiglie dalle mille aspettative. Però il campo parla, e non mente. Il consiglio per i giovani calciatori è quello di pensare solo a lavorare, di focalizzarsi sul campo, perché i risultati arrivano sempre se ci sono qualità, impegno, serietà. Può capitare che questi procuratori o pseudo tali tentino di far vedere alle famiglie delle prospettive che magari nemmeno esistono. L’aspetto culturale è determinante: saper riconoscere il bene dal male; affidarsi a determinate persone piuttosto che ad altre; il ruolo delle famiglie; l’attenzione del club. Questo mix fa la differenza. L’intromissione dei genitori a volte spaventa. Poi fortunatamente c’è spesso l’approccio giusto delle famiglie che fanno da filtro positivo, allontanando personaggi potenzialmente nocivi che così ‘muoiono alla prima curva’. In generale, puntare a crescita e obiettività rappresenta una buona ricetta“.

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