cropped-cropped-CC-11.png
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, incubo continuo

Balza agli occhi la cifra tecnica e caratteriale di una rosa progettata e allestita male, al risparmio, sopravalutata. Liverani è spalle al muro, ma paga anche colpe che non ha. La trasferta a Terni rimane da brivido

Ormai, anche i quotidiani locali hanno esaurito, pare, pazienza e tolleranza. Magari si annega la cronaca e i risultati nei fischi alla squadra, al tecnico e alla società. Il presidente pare sia innominabile anche se – lo scrivo da anni, e tutti lo sanno – è l’unico a decidere, fare e disfare su qualsiasi tema, dal contratto di Pereiro alla carta delle fotocopiatrici. Sa soprattutto disfare, come dicono risultati sul campo e fuori, vedasi l’Indice di liquidità. La dinamica di scelte e visione lascia atterriti. Un breve riassunto aiuta. Lo scorso campionato, ormai un noir nella storia dello sport per la conduzione verso una retrocessione orribile, è stato, tra l’altro, quello del no a Nainggolan, di Semplici cacciato dopo tre giornate, Mazzarri preso a suon di denari – pare che il tecnico sia intenzionato a portare in tribunale il patron – e cacciato a tre gare dalla fine, calciatori (da Farias a Godin e Caceres) silurati nel post gara e in tv, anchorman insultati in diretta, fino allo spettacolare colpo di biliardo che ha estromesso quasi gratis due cognomi pesanti del Cagliari dell’ultimo ventennio, Conti e Agostini.

Lo tsunami giulinano non fa prigionieri. Intanto, si volta pagina. Stefano Capozucca e Mario Passetti, direttore sportivo e generale, si immolano. In una conferenza stampa grottesca spiegano che si riparte da zero e che il presidentissimo non ha colpe. Con i conti in profondo rosso e una situazione ai limiti dell’imbarazzo. Dicono spazio ai giovani, meglio se sardi: quindi via Desogus, e i Tramoni, e dentro Millico e Falco. Ma non solo. Dalle parti di via Mameli è emersa un’autocelebrazione per gestione oculata e saggia. Poi, ci si è ritrovati scaraventati in B – tra ululati, coretti e manifesti di rabbia della tifoseria – a fronte del nono monte ingaggi della A. Colpa dei giocatori? Sì. Dei tecnici? Anche. Ma è il manico che decide da otto anni sugli uni e gli altri. Evidentemente, come dicono i fatti, senza adeguate competenze e capacità, a confermare una pesante mediocrità. Quindi, via alle cessioni al miglior offerente di big e meno big, alla cadetteria da affrontare senza lo stress di dover tornare subito in A. Il tutto senza proclami né progetti, con apparenti operazioni di imbonimento e marketing che hanno avuto un pessimo attecchimento su un popolo, quello rossoblù, oramai sfinito da stagioni senza né capo né coda. Un incubo, appunto.

Il cane che si morde la coda. E siamo a oggi. Inutile soffrire guardando la classifica. O pensare che tutto possa risolversi esonerando Liverani. La mossa, a meno che – come è stato già detto – non accada uno sprofondamento umiliante della squadra, pare complicata da attuarsi. Il tecnico e il suo staff hanno contratti pesanti e lunghi. Chiunque accetti, se qualificato e accreditato e non pluriretrocessi che pagherebbero per allenare, chiederebbe una vagonata di soldi, premi e clausole di tutela rigorose e ineludibili, un impegno certo, in entrata e uscita, al mercato di gennaio. Punto e a capo.

Liverani, che ha visto crescere la propria posizione con la cacciata presidenziale di Capozucca e Passetti e l’ascesa di Muzzi, dopo quindici gare ha evidenti responsabilità sull’andamento del gruppo, anche al netto delle forti ingerenze del patron. La squadra, in casa e fuori, con le grandi e con le piccole, non ha mostrato un’idea di gioco. Il tecnico ha avuto i calciatori che conosce. Eppure, modulo e gestione della palla sono tuttora da brivido. La manovra e lenta, il giro palla arretrato peggio, i tiri in porta sono rari. Senza scordare il continuo turn over e i cambi ruolo sulle fasce e dietro. C’è stato un sussulto caratteriale (Südtirol e Frosinone) ma non è bastato. Per non parlare di personalità, leadership e spirito di sacrificio: ma qui, come faceva dire il Manzoni a Don Abbondio, chi il coraggio non ce l’ha…

Notarelle

Riannodare i fili. Scrive un lettore: “Quando un “grande capo” sbaglia tutto o quasi tutto e non ha l’umiltà di riconoscere i suoi enormi sbagli, il risultato è una frattura quasi mortale fra la tifoseria, un’aria che puzza di ipocrisia, ipocrisia che non è consona al nostro essere sardi, ci ha tolto “l’identità” con i suoi silenzi assordanti e offensivi, per lui siamo un problema e non la risorsa, l’identità vera del Cagliari”. Nulla da eccepire.

Il resto dei giochi. Prende peso l’allerta anche nelle testate che meno si espongono sul doversi guardare alle spalle. Come se si retrocesse o si vincessero le partite a causa o per un titolo di un quotidiano o un servizio tv. Il lavoro giornalistico deve stare al suo posto, senza se e senza ma. Ma questa è un’altra storia. Inoltre, per le speranze dei tifosi non basta più richiamare un campionato dove big come Genoa, Benevento, Palermo e Spal stanno soffrendo nelle retrovie.

Non è utile neanche ricordare che il Cagliari non vince da dieci partite e che molti allenatori sono stati cacciati per molto meno. La B era e rimane una roulette. Tra i tanti i tecnici saltati anche inaspettatamente (Lucarelli a Terni, prossima gara dei rossoblù) non si ha conferma che il cambio dia migliori prospettive. Per gli appassionati l’amarezza è enorme. L’auspicio? Il campionato rimane alla portata di quasi tutti. Si vive alla giornata. Ma, comunque sia, è sciocco prendersi in giro.

 

 

Subscribe
Notificami
guest

81 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Nove mesi dopo a Venezia finisce ancora 0-0. Pallino dei rossoblù, con l’uomo in più...

Una solida prova difensiva in dieci non basta per vincere a Bari. I pugliesi pareggiano...

L’1-0 sul Benevento, con un uomo in meno, dà fiducia e autostima: elementi chiave nella...

Dal Network

Il presidente della Figc: "C’è una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi...
La posizione dell'ex Brescia e Milan si complica ora al club di Premier League ...

Altre notizie

Calcio Casteddu