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Ricordi di Primavera – Bizzi: “Avrei firmato a vita con il Cagliari”

Inizia una nuova rubrica, dedicata agli ex Primavera rossoblù. Passato, presente e futuro delle speranze transitate per Cagliari, raccontato dai diretti interessati: prima puntata

Il protagonista della prima puntata di Ricordi di Primavera è Mirko Bizzi. Portiere classe 1999, fece parte del settore giovanile rossoblù assaggiando la prima squadra nella gestione Rastelli. Oggi è uscito dal calcio professionistico e si occupa del settore assicurativo. Ma il pallone è ancora vivo: milita infatti in Promozione Lombardia con l’Universal Solaro. E ha un sogno nel cassetto.

Tu sei un prodotto del settore giovanile del Monza. Quali sono i tuoi primi ricordi del trasferimento a Cagliari?

Devo tanto al Monza, perché mi ha formato come giocatore. I primi ricordi del mio trasferimento a Cagliari riguardano il direttore Mario Beretta, che contattò mio padre per aggregarmi alla Primavera rossoblù nel torneo di Zagabria. Finito il torneo la società decise, con il parere positivo del presidente Giulini, di portarmi in Sardegna“.

Parlaci di quel periodo in maglia rossoblù.

Il settore giovanile del Cagliari attraversava allora un ottimo momento: con la Primavera riuscimmo a partecipare alle fasi finali per lo Scudetto. Sono cresciuto tanto, come giocatore e soprattutto come uomo, vivendo lontano da casa“.

Con Mister Rastelli andasti tre volte in panchina con la prima squadra, tra Serie B e Serie A. Ci racconti le emozioni di quei momenti?

Sono dei momenti indelebili che porterò per sempre con me. Quello più emozionante riguarda Cagliari-Salernitana: alla fine della partita festeggiammo la promozione in Serie A. Credo sia il sogno di ogni bambino che inizia a prendere a calci un pallone“.

Chi è stata la persona più importante nel tuo percorso rossoblù?

Nomino sicuramente il mister Max Canzi, uomo d’altri tempi e allenatore fantastico. Fuori dal campo era un amico e stava molto con noi ragazzi che non avevamo la famiglia accanto. Una persona davvero speciale“.

Poi si è gradualmente materializzato il distacco dal club: sono state disattese le premesse iniziali, o semplicemente le strade si sono divise in modo naturale?

Purtroppo, non c’è stato feeling con Pierluigi Carta. Non sono mai riuscito ad avere chiarimenti su questa scelta, anche perché arrivavo da un campionato vinto con il Como dopo essere andato via in prestito. La mia volontà è sempre stata quella di rimanere. Io avrei firmato a vita con il Cagliari, davvero: ormai mi sentivo sardo. Tuttavia questi aspetti non vengono considerati. Pazienza“.

Un momento indimenticabile e uno meno piacevole, se puoi raccontarlo, della tua esperienza a Cagliari.

Il momento più bello è sicuramente la prima convocazione in Serie A, un sogno che si è avverato. Uno meno piacevole, purtroppo, è la risposta alla domanda precedente“.

In seguito hai iniziato un lungo viaggio: da Olbia a ritroso verso la “tua” Lombardia.

Sì, a Olbia sono stato un paio di mesi. Dopo ho preso parte a tornei importanti con Varese, Como e Legnano. Piazze che sicuramente non meritano la Serie D, campionato che ho avuto la fortuna di vincere a Como”.

A 23 anni, non sei più un calciatore professionista e hai intrapreso un altro percorso lavorativo. Ti va di raccontarlo?

Oggi lavoro nell’ambito assicurativo con un ruolo manageriale. Un settore che mi piace molto, perché ha diverse somiglianze con il calcio: quindi mi sento a mio agio“.

Militi nell’Universal Solaro, in Promozione. Cosa ti dà il calcio oggi, dopo aver respirato giovanissimo l’atmosfera della Serie A?

Il Solaro per me è diventata una seconda famiglia. Società super sotto tutti i punti di vista, difficile da trovare al giorno d’oggi. Fortunatamente il calcio mi dà tuttora veramente tanto. Mi piace trasmettere i valori del calcio professionistico soprattutto ai ragazzi più giovani che vengono aggregati alla prima squadra“.

Immagina di trovarti a un bivio del passato: c’è qualcosa che cambieresti o rifaresti tutto?

Se non sono arrivato ad alti livelli, sicuramente ho sbagliato qualcosa anche io: quindi sì, qualcosa cambierei“.

Hai lo spazio per esprimere un tuo pensiero, lanciare un messaggio a qualcuno o condividere un’esperienza, buttando uno sguardo al passato e pensando al tuo presente nel calcio.

Ora penso a raggiungere l’obiettivo dei playoff con il Solaro. Guardando al futuro, non nego che mi piacerebbe fare l’allenatore. Chissà: dove non sono riuscito ad arrivare da calciatore, potrei riuscirci un giorno in panchina“.

 

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