La non conferma dopo la salvezza da subentrante due anni fa l’ex Uomo Ragno non l’ha ancora digerita ma la scelta di Giulini va in altra direzione
“Certi amori non finiscono…” e se poi vengono interrotti da una parte, lasciano l’amaro in bocca e la voglia di dimostrare che una delle due parti ha sbagliato. È il caso di Walter Zenga con Tommaso Giulini. Il collega del Corriere dello Sport Giuseppe Amisani, nell’edizione cartacea del quotidiano uscito ieri, conferma ciò che vi scrive questo articolo, asserito più di una volta dal nostro Mario Frongia nei suoi Dribbling.
DI CORSA. Ovvero la voglia di tornare protagonista in Sardegna, da parte dell’ex Uomo Ragno per riprendere un discorso interrotto quasi due anni fa, con la comunicazione del rapporto interrotto due ore prima di Milan-Cagliari. I motivi da parte di Zenga stanno anche nel suo essere persona non certo abituata a gettare la spugna tanto facilmente e fare vedere che cosa può fare prendendo una squadra iniziando dal ritiro e non in corsa, senza dimenticare che il Cagliari non la ha potuto allenare. Arrivò a inizio marzo 2020, con l’esonero di Maran, trovando lo stop forzato per Pandemia e campionato ripreso oltre metà giugno. Con partite spesso giocate ogni tre giorni. Quindi il match, il defaticante e subito la rifinitura e un risveglio muscolare. L’allenamento vero è un’altra cosa.
CONCORRENZA. L’esperienza di Andreazzoli potrebbe farsi valere maggiormente, ma anche il puntare su Filippo Inzaghi (liberato da Cellino senza strascichi legali) non sarebbe male. Anche perché l’ex attaccante di Juventus e Milan due stagioni fa ha condotto il Benevento in Serie A, vincendo il campionato praticamente a febbraio. La scelta dell’allenatore, per puntare subito alla risalita è di fondamentale importanza in casa Cagliari.