Spareggi conquistati dopo un campionato difficile, l’impresa di Ancona domenica e l’1-1 ieri sera contro una Virtus Entella molto tosta
Si è chiusa ieri, attorno alle 22.30 al Comunale di Chiavari, la stagione dell’Olbia. Che, dopo l’impresa di Ancona domenica, scorsa, ha pareggiato 1-1 sul campo della forte Virtus Entella. Controllata la prima frazione, gli uomini di Canzi sono andati in svantaggio a inizio ripresa, ma non hanno mollato. Oltre al pareggio di Mancini, l’assedio finale verso la porta dei liguri purtroppo non ha prodotto il 2-1. Il Girone B, che vedeva i galluresi giocarci dopo 5 stagioni nel Girone A, è stato irto di difficoltà, ma anche di qualche soddisfazione. Ragatzu e compagni hanno avuto l’onore di aver vinto con merito contro il Modena, promosso direttamente in Serie B.
LE PAROLE DI CANZI. Il tecnico ha commentato così gara con la Virtus Entella e stagione della sua Olbia: “Abbiamo fatto una prestazione di livello, sempre presenti nel corso della gara. Certo, si è concesso qualcosa all’avversario, ma era impensabile il contrario. Dopo il loro gol, molto bello, ma anche un po’ casuale, abbiamo fatto la partita. Difficile, oggi, fare di più. La partita è andata proprio per come l’avevamo preparata. Conoscevamo la loro forza, il loro equilibrio, il bel calcio espresso da ottimi interpreti. L’Entella è una squadra concreta che mi piace. Lasciamo la competizione da imbattuti e per questo c’è sicuramente amarezza. Spiace non essere riusciti a regalare una partita in casa a chi ci ha seguito e sostenuto tutto l’anno”.
“Al Nespoli sarebbe venuta tanta gente, ma il grande omaggio sarebbe stato soprattutto per chi c’è stato sempre. I ragazzi hanno lasciato il campo sfiniti e a testa non alta, ma altissima. Ci hanno provato fino all’ultimo, sono fiero di loro. Sono fiero di questi ragazzi che hanno dato l’anima per la maglia dell’Olbia, dal 17 luglio al 4 maggio. Se da un lato lì per lì c’è rabbia, dall’altro quello che è successo ti fa pensare che una squadra come l’Entella aveva paura di noi. Significa che siamo diventati qualcosa di importante“.