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Il Dribbling di… Mario Frongia. Cagliari: feroce ko con il Genoa

La seconda sconfitta in tre gare dopo essere andati sul 2-0. Tenuta da rivedere, poco equilibrio e qualità. C’è da lavorare a fondo

Un punto in tre gare, due in casa. Il Cagliari parte male e le ragioni sono numerose. Quando ci si preparava a osservare che, con Strootman, Caceres, Godin e Nández (almeno fino a gennaio) che reggono, Dalbert, Marin e Carboni in crescita, Keità che si riprende il tempo e João Pedro che prosegue la marcia da brasiliano più fecondo d’Europa, il team di Leonardo Semplici ha dalla sua carte interessanti per soffrire il minimo indispensabile, ecco la beffarda sconfitta con il Genoa.

Infortuni, condizione precaria, mal di pancia. Out Godin – ma quel che preoccupa non è lo stop per il fastidio tendineo che gli ha impedito di giocare contro l’Ecuador, ma come riportato da vari media, non da tutti, dalla cronicità del problema al ginocchio – Strootman (botta alla coscia, per l’olandese sarebbe stato un derby utile a smacchiare la prova opaca di San Siro) all’ultimo istante assente anche Pavoletti, come vi abbiamo riportato nel pre gara. In panca Nández e Caceres reduci dai match dall’altra parte dell’oceano. In campo, e forse è questa la sorpresa, il neoacquisto Keità. Non passa inosservato neanche il debutto dell’ex Parma, Grassi. Ritrovati Cragno e Ceppitelli, Semplici ha dosato forze e qualità.

E spiace per i tanti che già lo bersagliano, lasciandogli in mano il cerino del modulo e degli uomini, manco avesse sotto mano la rosa del Barca di Iniesta&Messi. E nel contempo, scordano rapidamente quel che ha fatto lo scorso torneo. Va così. Il Genoa? A casa Caicedo, ex Lazio giustiziatore extratime, in panca Fares. Ghiglione (obiettivo di mercato del ds Capozucca), Hernani, Vasquez e “nonno” Marchetti: ben ritrovato.

Atmosfera incoraggiante. La curva Sud – bentornati tamburi e trombette – spinge un Cagliari incerottato contro un Genoa – al seguito una cinquantina di supporter, la metà a torso nudo – che non è da meno. Squadre in cerca di identità, reduci da una stagione con cambio in panca fruttuoso di salvezza, con una serie di innesti da mettere a regime. Cagliari-Genoa – 6.423 paganti e 130mila e rotti euro di incasso – la arbitra Pairetto (trascorsi in chiaroscuro con i padroni di casa, oggi fischia bene) ed è nata da queste premesse. Un punto – in rimonta con lo Spezia e la scoppola di Milano – per i rossoblù. Zero punti per i liguri – battuti da Inter e Napoli. La Nord acclama Cragno, applausi per Keità e Ballardini, fischi per Sirigu: gli imbecilli non si stancano mai!

Concretezza e un filo di coraggio. Deiola, come auspicato da tanti, si piazza di fronte alla difesa, Grassi a destra e Marin dall’altra. João Pedro e Keità punteros. Il 3-5-2, con linea a cinque quando la palla è del Genoa, copre bene il campo. Ballardini appiccica Biraschi (giallo dopo 7′) a JP10. Si parte per capire quale sarà l’approccio e l’atteggiamento. Dalbert, Grassi, Marin e Deiola sono sul pezzo. Keità si fa trovare da Ceppitelli: dribbling su Sirigu e gol annullato per fuori gioco. Fallo da rigore di Sabelli sul numero 9: Joao non perdona Sirigu al 16′. L’1-0 dà coraggio e autostima.

La Sud mette in scena una beneaugurante “panolada”. La reazione del Genoa – dietro in continuo affanno, male Maksimovic – è blanda. Il Cagliari controlla e mostra la testa giusta: meglio non sottovalutare questo aspetto, vale doppio quando si va in vantaggio. Il Genoa prova a risalire la china, pressa alto e costringe agli straordinari Walukiewicz e soci. Ma Cragno non rischia. Anche se la ripartenza rossoblù è farraginosa. Anche su questo tema, Semplici sa di poter chiedere altro. Intanto, il Cagliari cinico e in vantaggio è un bel messaggio. Ma non basta.

Remuntada dolorosa. Walukiewicz in doccia e Caceres in campo: l’esordio dell’ex Juve e Fiorentina è incolore. All’8′ della ripresa fuori Grassi (prova sufficiente) ed ecco Nandez. Il pubblico apprezza. E la squadra accelera: 2-0 con incornata di Ceppitelli su corner procurato proprio dal El Leon. Ballardini si sbraccia con poco successo. E chissà l’umore del fondo statunitense 777 Partners pronto a comprare il club – closing in settimana, si legge sui media genovesi – da Enrico Preziosi per, si dice, 150 milioni di euro. A fine gara ritroveranno il sorriso. Perché il calcio è malefico: cross di Cambiaso, testa di Destro, Cragno battuto.

Sul 2-1 il match si riapre. Ecco Farias (male, indolente nei momenti clou, un tiro di poco a lato non basta per riallacciarsi ai colori rossoblù) per Keità e Bellanova per Zappa. La logica dei cambi è da sempre fondamentale, con 30 gradi lo è di più. Semplici battezza al meglio i suoi. Ballardini striglia e urla. Kallon (una spina nel fianco, subentrato a Sabelli) risponde. Come Fares. Il nazionale algerino svetta su JP10 e sigla il 2-2 di testa su corner di Rovella, 2001 di assoluto futuro. A venti minuti dalla fine il Cagliari paga dazio, pare stanco, è impreciso nelle ripartenze.

Il 3-2 degli ospiti arriva sempre di testa, sempre da Fares. Sono tre le reti incassate sotto porta su palla alta in un quarto d’ora: c’è da registrare più di qualcosa. Per la cronaca, in campo Pereiro, con la Celeste giustiziere dell’Ecuador. Per il Genoa c’è Behrami per Destro.

Per dire, quando si parla di esperienza da mettere nei dieci minuti finali. Il Cagliari è sfiduciato, le idee scarseggiano. Ci sta se vinci 2-0 e in un lampo ti ritrovi sotto. Ma ci si deve abituare a reagire e stringere i denti. Intanto, Kallon (2001 molto forte, ma quante sceneggiate!) si divora il 4-2 di fronte a Cragno. La risposta? Poca roba, Marin, destro secco a fil di traversa. Poi, la palla gol del pareggio divorata incredibilmente da JP10 a pochi metri da Sirigu su stop di petto sbagliato da Cambiaso: quando va così, deve davvero andare storta! La vince il Genoa 3-2. Male, malissimo.

I numeri del match. Il Cagliari ha il possesso palla dalla sua (54 contro 46 per cento), corre di più del Genoa (101,1 km e 97,6), palleggia di più (394 contro 353)  Ma perde il confronto sulla qualità, 82 per cento contro 84 di passaggi a buon fine, batte 2 angoli contro 6, tira otto volte, il genoa nove.

Tifoso speciale. Cinquantanove anni, marchigiano doc e il Cagliari nel cuore. Pierluigi Rossi, ha festeggiato ieri il compleanno allo stadio. Buon portiere da ragazzo tra i dilettanti, alle prese con una disabilità, è giunto in Sardegna in auto. “Ero tifosissimo di Albertosi e mi sono innamorato del Cagliari” ha raccontato agli agenti della Digos che l’hanno accompagnato nel settore Distinti. Quando le persone e il mondo girano per il verso giusto.

 

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