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Nandez, via a prezzo di saldo. Un’operazione da “banco dei pugni”

La crisi portata dalla pandemia costringe il Cagliari a cedere al ribasso il miglior giocatore della rosa e negli uffici Fluorsid non può certo esserci soddisfazione

CESSIONE. “…E ci sto rimettendo”. Questo uno dei tormentoni della serie “Il banco dei pugni”, dove l’affarista Les Gold e i suoi figli devono cercare di strappare al minor prezzo possibile i cimeli che dei malandati clienti tentano di vendere o impegnare. Proprio questo format televisivo ricalca ciò che sta avvenendo nella trattativa per Nahitan Nandez all’Inter, un affare da 26 milioni per i nerazzurri che si ritrovano la strada spianata da un Cagliari in cerca di liquidità, dopo due anni di investimenti accompagnati da scarsi risultati e una crisi globale che fa piovere sul bagnato.

AL RIBASSO. La piazza rossoblù storce il naso e nemmeno il presidente Giulini può essere soddisfatto. Ma il momento è quello che è, serve mettere al sicuro i bilanci e in un mercato così la logica è votata alla sopravvivenza prima che alla plusvalenza. Una clausola da 36 milioni che vede un bello sconto di 10, in buona parte coperti dall’arrivo di Dalbert e dall’ormai imminente rientro di Nainggolan in prestito, più il consolidamento di un rapporto strettissimo tra i due club. Il Cagliari dovrà anche accontentarsi di vedere quasi tutto il malloppo tra un anno, sempre che l’Inter possa e voglia spenderlo, visto che la formula per Nandez sarà prestito con diritto di riscatto.

CONFRONTI. Opinione sicuramente discutibile ma non folle: il Nandez di oggi è più forte del Barella che andò via dall’isola. Più pronto e più duttile del sardo di due anni fa, che in nerazzurro nel frattempo ha fatto il salto di qualità definitivo diventando uno dei centrocampisti più forti al mondo.  Eppure il talento azzurro è partito per oltre 40 milioni, con bonus che hanno portato i rossoblù a incassare quasi 50 milioni, una cifra vicina al doppio della valutazione nerazzurra per El Leon. L’inghippo? Una pandemia che in due anni ha devastato i bilanci dei club e un calciomercato che ha visto al ribasso tutte le cifre. Ecco quindi che i 26 milioni di oggi sono molto diversi rispetto ai 26 milioni di due anni fa e l’operazione Nandez, se pur “povera”, non deve essere vista come una svendita.

CONCLUSIONE. Tornando al parallelismo col “Banco dei pugni” ecco quindi che possiamo vedere le cose non dalla prospettiva degli avidi Gold, ma da quella dei loro clienti. Ritrovandovi con l’acqua alla gola tra bollette e mutuo, cedereste un bene al di sotto del suo valore intrinseco per incassare una liquidità che vi consentirebbe di tirare avanti tranquillamente un altro anno? Fortunatamente in questo periodo il Cagliari ha dei gioielli da vendere.

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