Frugare tra le pieghe della storia può far scoprire dei fatti al limite dell’assurdo. Come quello che, nel 1970, costò la vita a una donna nuorese per un proiettile vagante. Tutta colpa, si fa per dire, di un gol di Gigi Riva
POSTO DI BLOCCO. 14 giugno 1970, è fine mattinata. Due giovani agenti della Polizia stradale, Oronzo Quaranta (27 anni di Ostuni, Brindisi) e Salvatore Costanzo (27 anni di Colosimi, Cosenza), stanno effettuando un posto di blocco alle porte di Nuoro. I ragazzi, durante il turno di lavoro, stanno ascoltando alla radio la gara della Nazionale italiana impegnata nei quarti di finale del Mondiale in Messico. Gli azzurri stanno pareggiando per 1-1 quando, al minuto 63, il bomber azzurro del Cagliari Gigi Riva realizza la rete che porta in vantaggio la squadra di Valcareggi con un preciso mancino a fil di palo: è il gol tanto inseguito dal cannoniere, che riesce finalmente a sbloccarsi nel torneo a cui era atteso da stella annunciata. Riva realizzerà anche un’altra rete nel 4-1 finale, che qualificherà gli azzurri per l’epica Italia-Germania 4-3.
LA TRAGEDIA. Riavvolgiamo il nastro per un attimo: 2-1 per l’Italia, quindi. Sullo slancio della gioia per la segnatura azzurra, gli agenti hanno la pessima idea di lasciarsi andare: partono dei colpi dalle armi d’ordinanza. Disgraziatamente, uno di questi raggiunge e uccide la 38enne Giuseppina Murru che passeggiava a qualche metro di distanza insieme al fidanzato, Michele Daddi. La giovane commerciante nuorese muore sul colpo. Le indagini stabiliscono che il proiettile fatale è stato esploso dalla pistola di Quaranta. Processato per omicidio colposo, viene condannato a quattro mesi di reclusione dalla Corte d’Appello di Cagliari. La drammatica e assurda storia viene riportata da La Stampa a metà novembre ’70. In “nome” di Gigi Riva, incredibilmente, è purtroppo accaduto anche questo.