La rottura del tendine d’Achille ha fermato l’ascesa di Spinazzola ad Euro2020. La sua storia
Da un eroe all’altro, da Achille a Ulisse. Leonardo Spinazzola che in quest’Europeo sembrava davvero inarrestabile non poteva che essere fermato come il Pelide, con un problema al tendine d’Achille. Dopo quattro partite e ottanta minuti in cui ha corso su e giù per la corsia sinistra come un maratoneta senza però perdere lucidità avvicinandosi all’area, l’Italia dovrà a fare meno di lui. Vederlo uscire in barella tra le lacrime sicuramente non è un’immagine per persone sensibili.
Ora lo aspettano almeno quattro mesi di duro lavoro per provare a tornare il prima possibile in campo. Lo rivedremo sorridere con quella leggerezza che ha mostrato quest’estate. Per arrivare a splendere in questa preziosissima vetrina ce ne ha messo di tempo l’Ulisse di Foligno, uno che ha viaggiato e ha saputo rialzarsi più volte. Cresciuto nelle giovanili della Juventus ha iniziato a girovagare perché i bianconeri in lui non hanno mai creduto davvero. Ecco quindi gli anni in B, dove si è messo alla prova. Empoli, Lanciano, Siena, Vicenza, Perugia.
Ha visto l’Italia in lungo e in largo senza scoraggiarsi quando la A sembrava non arrivare. L’Atalanta poi ha deciso di puntare su di lui e lo ha valorizzato, facendolo giocare anche in Europa League. A Bergamo è arrivato però anche il primo grande infortunio, per cui si è dovuto operare al legamento crociato. Centocinquantadue giorni di assenza e ventiquattro partite saltate. Il ritorno nella Torino bianconera, nonostante lì abbia vinto lo scudetto, non gli ha ridato le soddisfazioni che meritava. L’ultimo viaggio allora lo ha portato a Roma e come Romolo e Remo si è fatto allattare dalla Lupa fino a ricevere le attenzioni dell’Inter. I nerazzurri però due inverni fa all’ultimo hanno deciso di fare retromarcia perché non si fidavano delle sue condizioni fisiche.
È rimasto allora in giallorosso, senza perdersi d’animo per l’ennesimo accostamento ad una big, e ha saputo cogliere il treno azzurro guidato da Mancini. Un grande Europeo fino alla partita con il Belgio dove, dopo che il suo nome è stato scritto nei taccuini dei top club europei, si è rotto il tendine d’Achille.