Seconda parte dell’intervista del tecnico del Cagliari rilasciata a La Nuova Sardegna in edicola oggi
“Noi toscani un po’ polemici di natura lo siamo. Mai contenti di quello che facciamo, vogliamo sempre fare meglio. Cosa non tollero? Ipocrisia e bugie. Non mi piace essere preso in giro. Sono una persona trasparente, rispetto e pretendo rispetto. Questi sono valori trasmessi dalla mia famiglia, fanno parte del mio bagaglio culturale”. Leonardo Semplici si racconta a La Nuova Sardegna (LEGGI QUI LA PRIMA PARTE) “Ho avuto delle discussioni con i calciatori ma sempre nella normalità. Mi piace essere schietto, nel bene e nel male. Sono uno di pancia, vado a sensazione. Il lavoro che ho fatto in precedenza mi ha aiutato a riconoscere chi ho davanti dopo pochi minuti che ci parlo”.
IL SUO LAVORO. “L’allenatore oggi è un gestore di un gruppo e di tante dinamiche. Deve riuscire attraverso la sua personalità, le idee e la credibilità che si è costruito, a coniugare tutte le forze che ruotano attorno alla squadra perchè spingano nella stessa direzione. Non è un lavoro facile. È quello che abbiamo fatto noi in questa stagione, raggiungendo un traguardo che ad un certo punto sembrava impossibile. La fedeltà nel calcio sta scemando. Oggi le bandiere ormai non esistono quasi più”.
IL CAGLIARI. “Dopo la salvezza col presidente e il ds abbiamo chiarito tante cose, parlato anche degli errori commessi per evitare che vengano ripetuti. Presidente e direttore sono ambiziosi. Faremo delle rinunce ma sono sicuro che costruiremo una bella squadra. Partiremo dal 3-4-2-1. Abbiamo tanti giocatori adatti a questo schema. Però sapete che non sono integralista, mi piace che la squadra sappia cambiare pelle a partita in corso”.