Intervista del quotidiano regionale al tecnico fiorentino che in passato ha giocato nel Sorso
Leonardo Semplici ha attraversato per la prima volta il Tirreno da allenatore. Da giocatore lo fece in Sardegna a Sorso, calcando in campi nella ex Serie C2. L’ottimismo è la sua forza. “Sono una persona molto socievole, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Mi piace cercare il buono nelle persone, mai le cose negative. Il mio cognome mi rappresenta benissimo”.
LA PROFESSIONE. “Una passione nata per caso – racconta a La Nuova Sardegna – Quando ho smesso di giocare facevo l’agente di commercio, avevo una società di pellami con mio padre. Un presidente di una società del campionato di Eccellenza mi ha proposto di allenare la sua squadra ed ho subito vinto il campionato. È cominciato tutto così ed è diventato il mio lavoro”.
IL SORSO. “Mi ricordo del presidente Campus, per me era la prima volta fuori di casa. Non è stata una bella esperienza sul piano sportivo ma mi ha fatto crescere come uomo. Ricordo che già dalla mattina nella piazzetta del paese i tifosi ci volevano offrire del vino, ma noi ci limitavamo a qualche bibita”.
LA SARDEGNA. “L’amore per questa terra è nato quasi spontaneamente. Il mare, i paesaggi, le persone che ti danno il cuore, anche se all’inizio sono un po’ diffidenti. Da quel momento tutti gli anni sono venuto a fare le vacanze. La spiaggia del Poetto mi ha entusiasmato, spero di avere più tempo per girare un po’, con la pandemia non l’ho potuto fare. La cucina? Il maialetto come lo preparate qui è uno spettacolo. Mi è piaciuto così tanto che lo mangio abbastanza spesso”.