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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari: dignità e testa a otto gare dalla fine non bastano

Rammarico e delusione dopo l’1-0 con l’Inter: Nainggolan e soci mettono paura alla prima della classe dopo aver buttato al vento la stagione

Da mangiarsi le mani! L’analisi dei primi 75’ è da ulcera per il tifoso medio rossoblù, figuriamoci per chi da decenni, di padre in figlio, in Sardegna e nel resto del mondo, tiene al Cagliari. La squadra a San Siro tiene botta, mostra organizzazione difensiva, carattere, solidità con l’Inter che va verso lo scudetto! Gli undici di Semplici ritrovano concentrazione e approccio. Più una buona dose di personalità, possesso palla, raddoppi, corsa. E un giro palla mai perfetto ma neanche da buttare. E anche la ricerca di Pavoletti con i lanci lunghi, tema quasi obbligato se si ha di fronte il centrocampo in vetta alla classifica (ma quanto gli sono mancati inserimenti e incursioni di Nicolò Barella!) è stata meno improbabile del solito. E il fatto che l’Inter abbia giocato la terza gara in una settimana, conta quasi nulla. A San Siro (1-0 di Darmian) si è visto un Cagliari lontano parente di quello che ha perso 18 partite (mai così nella sua storia, solo il Crotone, 23, ha fatto peggio quest’anno in A) tosto, coriaceo, accettabile. La domanda che fa male? Ma era davvero così complicato (al netto delle ingerenze tecniche del patron) mettere la stessa testa, ad esempio, con Spezia, Verona e Torino? Assurdo e amaro al tempo stesso. Proprio come la smorfia sul volto di Stefano Capozucca, catturata in tribuna dalle telecamere.

SCELTE E PROTAGONISTI. Al Meazza si parte con la sorpresa Carboni. Il difensore risponde presente, anche nei faccia a faccia con Lukaku. In panca Klavan, Walukiewicz e Calabresi. Vince un prodotto del vivaio. Bene. Ma il trio in panca che fine ha fatto? Per dire, l’esperto ex Liverpool, il polacco che “ha dietro le grandi europee” come ha spaparanzato in un’intervista l’Uomo solo al comando due mesi fa, e il “milite ignoto” proveniente dal Bologna, una manciata di minuti finora, passano la mano. Intanto, la difesa rimane tra le peggiori sei del torneo con 51 gol subiti. Poi, vengono in mente le colpa date a Pisacane e Faragò. Per non parlare di Pajac e Pinna, spediti via senza mezzo ba. Magari anche con loro sarebbe andata così. Però, chissà chi sono gli scienziati che al mercato decidono, scelgono, comprano e vendono.  Per il resto, Nainggolan in regia (una fiammata dal limite esalta Handanovic) e Pavoletti in attacco. C’è da chiedersi: ma l’esperimento Cerri, proprio con il Verona, che senso ha avuto? Al di là dei singoli, dalla sconfitta con l’Inter salta fuori una squadra viva che ha saputo fare la partita con equilibrio contro fenomeni che andranno a prendersi lo scudetto. La speranza? Purtroppo, potrebbe essere troppo tardi.

NOTARELLE
1) In casa Inter si brinda. A + 11 con otto gare da giocare, dopo nove anni di dominio bianconero, il duo Marotta-Conte si appresta ad andare a dama. Intanto, da Milano giungono news (ovviamente sottotraccia) di valutazioni della proprietà cinese. Se ne saprà a breve. Intanto, pare si stia formando una cordata di volti vecchi e nuovi pronti a partecipare al rilevamento del club. Tra questi, dovrebbe farne parte anche il già presidente del Triplete, Massimo Moratti e anche l’attuale, e per otto anni consigliere d’amministrazione della società lombarda, patron del Cagliari. Ma questa deve essere una bufala.

2) L’imprenditore, pochi esclusi, ha intuito e cerca il business da fare e consolidare. Quelli bravi diversificano, tengono i consiglieri preparati, scansano i lecchini e fanno tesoro delle critiche. Pensare a passioni per storia, colori e tifoseria è azzardato. Ecco perché rimbalzano voci su eventuali ribaltoni. Dunque, acquirenti cercasi? Forse, non ancora. Ma qualcosa, nel dietro le quinte del carrozzone dai gestori più avidi al mondo, si muove. L’Uomo solo al comando fa due conti. Per dire, il Cagliari ha davvero meno appeal di Parma e Spezia, che negli ultimi mesi hanno cambiato proprietà? Adesso, con il cospicuo rinnovo dei diritti tv passati a Dazn (disastrosa con la APP) la A rimane una piccola grande miniera. Certo, serve umiltà, competenza, staff accreditati, politica trasparente e di squadra. I decisionisti in solitudine, gli sboroni e i maghi del marketing non vincono quasi mai da nessuna parte. La riflessione è aperta.

4) Bentrovato Vicario. Che forse avrebbe dovuto esordire nel match perso con il Verona. “Cragno? Tutto ok, si è allenato regolarmente” ha risposto Leonardo Semplici sabato scorso in conferenza stampa. Il quesito? Cosa pensasse della scelta del Sassuolo che al rientro dalla nazionale (diventata focolaio Covid con 27 i contagiati)  prima della sfida alla Roma, e poi all’Inter, ha lasciato a casa per precauzione Locatelli, Ferrari e Muldur. Nel dopo Verona si è scoperto che Cragno – out anche sabato prossimo alle 20.45 con il Parma) si è allenato in disparte, non ha mai incrociato i compagni, ha dormito a casa e con la propria auto ha raggiunto la Sardegna Arena per la partita. Una notizia “coperta” non si sa perché. O meglio, forse sì.

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