L’attaccante del Cagliari, miglior brasiliano in Europa per gol fatti, sogna la convocazione nella Nazionale verdeoro
João Pedro non è più una giovane promessa. L’attaccante del Cagliari, infatti, attualmente è il brasiliano più prolifico in Europa. Le statistiche degli ultimi anni lo incoronano come leader indiscusso dei sardi. Così il numero dieci rossoblù – intercettato da Il Corriere dello Sport – non nasconde il suo sogno.
LA GESTIONE DI FRANCESCO. “Il mister è più rigido di altri nel chiedere certi movimenti in campo, però ti fornisce sempre alternative tattiche, è un profondo conoscitore del calcio, prepara perfettamente le partite. Eravamo noi calciatori a dover cambiare passo e ci siamo riusciti“.
VOGLIA DI GOL. “Alla fine lo scopo del gioco è segnare. Campiamo per quello. Io ho cominciato da mezzala e ogni tecnico mi ha regalato un pezzetto di campo: Zeman, Rastelli. Con Maran sono diventato definitivamente una seconda punta. Prendo quello che mi lasciano i compagni: certe volte loro fanno il lavoro sporco e io vado in rete. Scherzo: se ho una caratteristica è spendere sempre tutto, in ogni partita. Credo sia da quello che si giudica un giocatore, molto più che dai risultati o dalle cifre. Comunque lavoro accanto a gente forte davvero. Pavoletti praticamente mi ha insegnato tutto ciò che una punta deve sapere“.
DIETRO RIVA. “Gigi Riva. Lo conosco bene e l’ho sempre ammirato. Per noi che viviamo e lavoriamo nel calcio a Cagliari, è un dio. Niente paragoni, ma è un onore essere accostati a uno così“.
SOGNO SELEÇAO. “Se dovessero chiamarmi, darò l’anima come ho sempre fatto. Forse ho cominciato tardi a dimostrare il mio valore“.
NEYMAR NUMERO UNO. “Pensa cose impossibili e le realizza anche. Probabilmente è stato sfortunato a trovarsi nella stessa epoca di Messi e Ronaldo, cioè di due che hanno infilato dieci anni a livelli eccelsi senza mai rallentare. E che ancora oggi hanno tanto da dire“.