I numeri sul possesso palla restituiscono un quadro difficile per mister Di Francesco che proprio su quel punto ha impostato gran parte del lavoro
CONTROLLO. “A me non piace lasciare il possesso agli altri. Abbiamo giocatori più capaci ad andare negli spazi che non a gestire palla, ma vorrei che la percentuale di possesso si alzasse”. Così Eusebio Di Francesco alla vigilia di Cagliari-Crotone alla fine di ottobre. Tre mesi dopo la situazione però non è migliorata: i rossoblù sono sedicesimi per possesso palla secondo le statistiche riportate dal sito ufficiale della Serie A. La media per gara è di 23’45, meno di Spezia, Crotone, Torino, Udinese e Parma, ma comunque sopra a Verona, Genoa, Sampdoria e Benevento.
CORREZIONI. Il dato non è indicativo dell’efficacia del gioco, ma certo è che non possono essere i numeri a cui mira un tecnico che sul possesso palla e sulla costruzione dal basso ha impostato il suo credo calcistico. Di Francesco ha sempre predicato un gioco basato sul controllo e non ha mai amato lasciare il pallino all’avversario per colpire con palle lunghe e pedalate. La squadra ha dimostrato di non sapersi adattare troppo a questa sua filosofia e troppi correttivi sono stati effettuati per forzare un equilibrio che solo il mercato potrà fornire.
DIETRO. L’incapacità di adattarsi a uno stile di gioco che, al contrario degli anni passati, non prevede più le palle alte alla ricerca di Pavoletti o un baricentro basso per colpire in ripartenza si è palesata in una totale incapacità di fare filtro. Cragno è con 85 parate il portiere più impegnato del campionato, ben 18 parate in più rispetto al Parma. Per capirci, è quasi lo stacco tra il Parma secondo con 67 parate e la Juve sedicesima con 47. Un dato che fa inevitabilmente riflettere, soprattutto quando i gol faticano ad arrivare.