Il tecnico di Pavia, grande protagonista sulla panchina del Cagliari, avrebbe compiuto ottant’anni
E’ stato tra gli allenatori più amati dalla piazza rossoblù, non solo per le sue capacità, ma soprattutto per il suo modo gentile, sempre rispettoso del prossimo.
Bruno Giorgi, scomparso il 22 settembre 2010 a causa di un male incurabile, oggi avrebbe compiuto 80 anni, ma a Cagliari ci si ricorsa eccome.
Fu lui l’artefice del punto più alto raggiunto dalla squadra rossoblù dopo lo scudetto, vale a dire la semifinale di Coppa Uefa del 1994.
Chiamato da Cellino dopo il tourbillon causato dall’esonero di Gigi Radice, ne raccolse prontamente le macerie lasciate da un pessimo precampionato.
Indimenticabile la sua corsa dalla panchina per abbracciare Giuseppe Pancaro dopo la rete del 3-2 realizzata all’Inter nella semifinale di andata della competizione europea.
Lasciò l’estate successiva per poi venire richiamato nel 1996 dopo l’addio di Giovanni Trapattoni, ed anche in quel caso raggiunse l’obiettivo.
Un uomo perbene, una presenza bella, pulita, dalla quale i giocatori e non solo, non potevano che imparare.