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Dossena: “Calcio può gestire emergenza con propri introiti, senza aiuti”

Candidato insieme a Umberto Calcagno per la carica di presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Giuseppe Dossena è intervenuto alla trasmissione “Radio Anch’io Sport” su Radio 1 Rai

CANDIDATURA. L’ex centrocampista di Torino, Sampdoria e Nazionale Giuseppe “Beppe” Dossena, classe 1958, è il candidato (opposto all’ex compagno di squadra nella Samp scudettata Umberto Calcagno) alla carica di presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Dossena è intervenuto pochi minuti fa in diretta radiofonica Rai: “Mi sembra corretto che l’AIC cerchi di dare più forza agli atleti. Il calciatore deve stare al centro del sistema, non ai margini: se ci sono 1,3 milioni di tesserati, tra cui un milione di calciatori, è naturale che venga messo in condizione di dialogare con tutte le parti coinvolte“.

RISORSE. “Il calcio come il Paese vive uno scenario molto difficile. Proprio per questo motivo è necessario ricostruire la sostenibilità economica necessaria per ripartire. Le finanze del sistema sono in crisi per via di mancati controlli sulle spese eccessive: siamo ancora in grado di operare per gestire meglio risorse per il nostro mondo. I soldi ci sono, ma vengono gestiti male. Perché non utilizzarli al meglio anche per destinarli al calcio femminile, ai dilettanti? Il calcio italiano e l’AIC, a mio parere, possono fare a meno degli aiuti statali perché dispongono già del denaro necessario per fronteggiare l’emergenza“, ha sottolineato Dossena.

INTENZIONI. “La squadra scelta per sostenere la mia candidatura? Mi sono avvalso di professionisti legali, fiscali, tutte le persone che potessero garantirmi solidità all’interno delle mie proposte. Con loro ho formulato il programma, su possibili provvedimenti attuabili. Vorrei che venisse garantita maggiore trasparenza con l’accesso alle comunicazioni arbitrali, al Var e migliorare il rapporto tra AIA e AIC. Gli arbitri possono sbagliare, così come atleti e allenatori. Vorremmo sederci a un tavolo per effettuare una riflessione seria congiunta. Gravina? Lo stimo in senso assoluto. Ma quando dice che i calciatori devono modificare i loro contratti e decurtarsi gli stipendi, sta sforando in un campo non di sua competenza“: così ha concluso il campione del mondo ’82.

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