La gara con il Milan passerà agli archivi solo a fini statistici, in una giornata contrassegnata dal benservito a Zenga e dal rientro dell’attaccante
Un Milan-Cagliari inutile. Non tanto per le posizioni in classifica delle due squadre ormai assodate, ma perché è venuta meno la concentrazione dei giocatori, che sarebbe servita per poter magari ripetere quanto di buono è stato mostrato mercoledì contro la Juventus. Le parole nel pre-gara del presidente rossoblù, Tommaso Giulini, («Zenga non resta, ripartiremo da un nuovo progetto tecnico»), non hanno certo giovato alla voglia di un gruppo di giocatori che non vedeva ormai l’ora di chiudere questo campionato più unico che raro.
Più tardi si è poi saputo dal diretto interessato che la comunicazione gli era arrivata già alle 16. Ancora meglio. Si dirà, l’ultimo atto del campionato non aveva più nulla da dire. Magari non dal punto di vista dei traguardi da raggiungere, ma certamente per l’onore da mantenere, ancora una volta relegato in fondo a un cassetto.
La serata però non è stata del tutto priva di significato. Il tanto atteso rientro di Leonardo Pavoletti, seppure per pochi minuti, ha reso meno amaro l’addio del tecnico. L’emozionatissimo bomber ha toccato appena un pallone, ma è stato quello che ha sottolineato la fine di un incubo durato due crociati. Il duro lavoro però inizia ora: per tornare Pavogol ci sarà bisogno di sudare ancora tanto. Il peggio però sembra ormai passato.