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Il Cagliari è uscito dal lockdown

Non certo una bella partita, ma i ragazzi di Zenga per lo meno portano a casa i tre punti scaccia crisi

Tre punti per tornare alla vittoria. Tre punti per scacciare una crisi che sembrava senza fine. Tre punti d’oro.
Il Cagliari vince anche senza convincere, superando la Spal in una sfida dai ritmi a dir poco lenti e giocata da entrambe le squadre senza un briciolo di fantasia. Ma lo sappiamo, è il calcio della ripartenza, delle partite ogni tre giorni a temperature proibitive dopo tre mesi di blocco totale. Ecco perché il risultato prevale sul gioco ancora più che mai. C’era bisogno di vincere e questo è stato fatto, il resto lascia il tempo che trova, purtroppo.

Partita iniziata con un’escalation di interventi insensati e per tutto il primo tempo si sono visti più cartellini gialli che occasioni da gol. Nandez picchiato al limite del bullismo, ma l’uruguaiano ha la pelle durissima e non si è messo i guanti per rispondere. Prova da incorniciare per il leoncino che è tornato a ruggire. Bene anche Rog, che proprio con Nahitan si è alternato nel ruolo di regista e la soluzione pensata da Zenga ha sicuramente evitato i danni dell’assenza di un purista del ruolo. A proposito del croato: ha una bella sassata, ma per battere i corner serve il piedino delicato, non fanno per lui.

La nota più positiva della ripartenza è senza dubbio il Cholito Simeone. Il primo merito di Zenga è sicuramente quello di aver ricordato all’argentino di essere un attaccante e non un incontrista a tutto campo. Troppa “vita da mediano” con Maran. Ora invece si sta rivelando un rapace degno del Pippo Inzaghi dei tempi migliori e il gol sta iniziando a innamorarsi di lui. Lo vogliamo così.

A differenza del match con il Verona l’Uomo Ragno azzecca tutti i cambi. Ragatzu è stata la mossa che più di tutte ha cambiato le carte in tavola e il ritorno alla difesa a quattro ha consentito di alzare il baricentro nei confronti di una Spal fiaccata. Bella e coraggiosa anche l’idea di buttare in mischia Carboni nel finale, perché il risultato non era certo al sicuro e a Zenga serviva un difensore vero. Il mister ha dimostrato fantasia nelle scelte e capacità di leggere bene la partita, anche se manca una vera e propria identità di gioco. Ma questo adesso non conta. L’importante è venire fuori da un lockdown nella mediocrità durato sei mesi.

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