L’attaccante statunitense con un passato nelle giovanili del Cagliari ha pesantemente rivelato di essere stato più volte etichettato come “scimmia” dal suo tecnico di allora
L’accusa è di quelle pesanti, molto pesanti. Ma Fabrice Picault, attaccante statunitense del Dallas, ma con un passato nelle giovanili del Cagliari, ha denunciato a Goal.com un trattamento razzista da parte del tecnico che lo allenava in Sardegna: “Il nostro allenatore ai tempi della squadra riserve penso che sia una delle persone peggiori che abbia mai conosciuto. Ogni giorno dovevo fare i conti con lui che mi chiamava scimmia o che mi diceva di tornare nella giungla in Africa. Poi diceva che i giocatori di colore non hanno tecnica e che io ero solo veloce e che dovevo solo correre, che mi avevano comprato solo per correre. In quel periodo mi avevano attaccato delle figurine con una scimmia dentro al mio armadietto e per questo mi capitava di fare a cazzotti almeno due volte a settimana”.
Non si è fatta attendere la riposta di Giorgio Melis, allenatore delle giovanili rossoblù dell’epoca. Ai microfoni di Tuttomercatoweb ha dichiarato: “Io razzista? Ma quando mai! Smentisco categoricamente ogni tipo di affermazione di Picault: non avrei mai permesso simili atteggiamenti nella mia squadra, perché non fa assolutamente parte del mio modo di essere. Mio e di tutti quelli che gravitavano intorno al settore giovanile in quegli anni, dirigenti compresi. È un’accusa che non sta né in cielo né in terra. Quando negli anni Ottanta ero ancora un calciatore e facevo le trasferte fuori dall’Isola ci chiamavano ‘sardignoli’ e ‘pastori’ e ho lottato tanto contro questo atteggiamento che ho subito in prima persona”.
"The easiest part was the soccer"
Thank you @Fafagoal23 for being open about your experiences.
Full Conversation: https://t.co/GDjQl1Iyr1 pic.twitter.com/ACIl7PhpYG
— FC Dallas (@FCDallas) June 18, 2020