L’ex attaccante tra le altre di Genoa e Napoli ha dichiarato l’obiettivo della squadra rossoblù: “Abbiamo una rosa di qualità e questo aspetto emergerà”
Intercettato da La Nuova Sardegna, Leonardo Pavoletti ha parlato a 360 gradi della sua avventura a Cagliari tra presente e futuro.
L’INCONTRO CON ZENGA. “Anche il mister ha avuto come procuratore Giovanni Branchini. Spesso ci siamo raccontati aneddotti che lo riguardano. Io ho giocato con il figlio del mister a Casale Monferrato in C2. Lui è stato allenatore della Sampdoria quando io ero al Genoa. Abbiamo parlato di queste cose. Posso dire che il nostro allenatore sa come trattare con i giocatori e come motivarli“.
L’AUSPICIO. “Vorrei giocare almeno un minuto prima che finisca il campionato e fare gol. In tanti mi danno per bollito per il doppio infortunio, sarebbe la dimostrazione che non è così. Prima ero un beniamino, ora non più. Lo sport è anche questo. I rapporti umani sono importanti, se siamo solo macchine il calcio perde romanticismo. Ho tanta forza dentro e nella vita ho fatto spesso ricredere le persone che mi hanno bocciato“.
LA VITA. “Un ragazzo a 30 anni si deve divertire. Avere un figlio ti fa sentire le responsabilità e ti rende più maturo. I piaceri dalla vita, però, non vanno tolti, sarebbe un errore. L’importante è non fare grosse cavolate“.
DECIMO POSTO. “Quest’anno abbiamo una squadra di qualità e questo aspetto, secondo me, emergerà. Il decimo posto va messo nel mirino e raggiunto. Abbiamo le potenzialità tecniche per farcela“.
IL RINNOVO. “Abbiamo trovato un accordo giusto in un momento difficile della mia carriera. Da ambo le parti c’è la voglia di stare ancora insieme. Qui sto bene, mio figlio è nato a Cagliari. Continuare questa storia per me è motivo di orgoglio. Questo non è un dettaglio e mi farà dare ancora di più per i colori rossoblù ai quali mi sento legato. Dimostrerò che posso dare molto a questo club“.