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Gravina: “Quarantena di squadra? Faremo una nuova proposta al Governo”

Il presidente della Figc spiega quelle che potrebbero essere le novità in tema di quarantena di squadra. La riunione col ministro avverrà una settimana prima della ripartenza del campionato

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è intervenuto ai microfoni di Radio 24, toccando alcuni temi importanti, tra i quali quello spinoso della quarantena di squadra in caso di positività di un solo tesserato.

“Il calcio non ha mai chiesto scorciatoie o sconti”, dice Gravina, “oggi esistono delle norme chiare, che consentono di poter continuare l’attività, isolando un atleta o un professionista dello staff, continuando gli allenamenti. Sappiamo che è prevista questa norma, l’auspicio è che a breve, una settimana prima dell’inizio dei tornei, quindi della Coppa Italia, si possa rivalutare: manderemo una nuova proposta, nella speranza che questa norma venga rivisitata. Oggi, teoricamente, ma probabilmente anche in pratica, crea grande ansia e preoccupazione. Il momento più difficile? Ce ne sono state diversi. Forse quando la Francia ha rinunciato a far ripartire il proprio campionato. Quando una ‘big five’ viene meno, mentre le altre stanno decidendo, sai che può avere un peso. Ma abbiamo mantenuto la barra dritta e il risultato mi pare ci sia stato. L’algoritmo? Gli inglesi lo stanno facendo: non è una media secca, ma tiene conto di tanti correttivi, quali partite in casa, fuori casa, gare da giocare, gol fatti e subiti, che diano un principio di equità a una classifica che deve essere ponderata se ponderazione è richiesta. È una sorta di assicurazione sullo svolgimento del campionato, perché io sono convinto che, se tutti noi continueremo ad applicare le regole, si dovrebbe arrivare alla fine senza ulteriori sussulti. La gente allo stadio prima della fine di questo campionato? È un auspicio, me lo auguro di cuore. Sto seguendo l’andamento della disponibilità all’interno dei teatri e delle arene per le manifestazioni culturali. È impensabile che, con tutte le precauzioni, in uno stadio da 60 o 80 mila posti non ci possa essere una percentuale minima di persone. Mi auguro che anche così arrivi un segnale di speranza per il Paese, che ricompenserebbe tanti appassionati di calcio.

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