Come riportato da La Gazzetta dello Sport, gli scienziati al servizio del Governo hanno individuato i punti deboli del protocollo presentato dalla Figc
CRITICI. Caos e incertezza regnano sovrane nel mondo del calcio in queste ore. La bufera intorno al ministro Spadafora cresce di ora in ora, ma a sottolineare l’insufficienza del protocollo messo a punto dai medici della federcalcio è soprattutto il comitato tecnico-scientifico del Governo. Tre le criticità indicate: tamponi, contatti con l’esterno, positività di un giocatore o membro dello staff.
SCETTICISMO. Lascia perplessi la volontà di voler effettuare tamponi a tappeto in un momento di scarsa disponibilità collettiva. Inoltre preoccupano le difficoltà a tenere chiusa a chiave un’intera squadra, che tra giocatori, staff e personale vario raggiungerebbe tra le 50 e le 70 unità. Un numero considerato troppo alto.
NODO DELLA DISCORDIA. Poi la questione principale, cioè quella di un possibile nuovo caso di positività all’interno del gruppo. Per la Figc scatterebbe l’isolamento immediato del calciatore o del membro della staff contagiato, poi doppio tampone per tutti nelle 24 ore successive, doppio test sierologico a 5-7 giorni di distanza e ripristino del distanziamento. Non è così per il comitato tecnico-scientifico. Andrebbero messi in quarantena tutti i contatti ravvicinati della persona trovata positiva, dunque l’intera squadra, cosa che bloccherebbe nuovamente la competizione.