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Calcagno (AIC): “Abbiamo la responsabilità di portare avanti e chiudere la stagione calcistica”

Il vice di Tommasi è intervenuto stasera a Rai Radio 1 nella trasmissione Sabato Sport: “Mi pare che stia prevalendo il buonsenso. Contenziosi da evitare”

Intervento stasera a Sabato Sport, la trasmissione settimanale in onda su Rai Radio 1, da parte del vicepresidente AIC Umberto Calcagno. Ovviamente trattati i temi del momento, dal Coronavirus, al taglio degli stipendi e la ripresa dei campionati (in particolare la Serie A) ritenuti essenziali da portare a termine.

LE PAROLE DEL NUMERO DUE DELL’ASSOCALCIATORI. “Il taglio degli stipendi? Quella della Lega di Serie A non era una proposta, anche perché formalmente la Lega non può formularla, era un comunicato che nell’ultimo inciso ha spiegato bene che le contrattazioni vanno fatte a livello di singolo. Il comunicato tra l’altro è arrivato in un momento in cui le squadre stavano già ragionando coi propri calciatori. Rispetto a qualche giorno fa, mi pare – ha proseguito Calcagno – che stia prevalendo il buonsenso, ed i ragionamenti mi sembra che siano ricominciati senza dover fare operazioni muscolari che in questo momento non giovano a nessuno. La responsabilità dell’Associazione Calciatori e delle Leghe è evitare contenziosi che sarebbero difficile trasferire all’esterno in una fase così critica del nostro Paese. Fortunatamente, rispetto a quanto esce sui giornali, e nonostante le dichiarazioni della Lega che sembrano più degli spot dei quali in questo momento si potrebbe fare a meno, quando le parti si incontrano e si va sulle posizioni della singola squadra prevale il confronto e il buonsenso”.

“Tra la Serie A e la Lega Pro/Serie C – ha evidenziato il numero due dell’AIC – ci sono differenze enormi ed è impensabile che, anche all’interno della stessa categoria, si possa tracciare una linea comune per tutti. Ci sono differenze anche all’interno delle stesse squadre: c’è chi ha scadenza di contratto datata 30 giugno rispetto a chi ha un biennale o un triennale in essere, o una parte premiale molto importante rispetto a chi invece non ce l’ha, per cui scaturiscono contrattazioni che è giusto che siano fatte di persona in persona”.

“Ma sottolineo che non c’è stato un calciatore che non si sia reso disponibile alla trattativa. Ritorno in campo? Già da qualche settimana stiamo lavorando sull’ipotesi di poter andare oltre il 30 giugno perché abbiamo tutti la responsabilità di mandare avanti i campionati se l’epidemia, e chi decide sulla nostra sicurezza, ci darà la possibilità di completarli. Non possiamo farci trovare impreparati e sarebbe un peccato se, avendo la possibilità se mai l’epidemia ce lo permettesse, non si riuscisse a portare a termine la stagione”.

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