Il noto giornalista italiano, tifosissimo del Cagliari, ha parlato al quotidiano in rosa del suo nuovo lavoro “Cuori rossoblù”
Luca Telese, giornalista italiano che si occupa prettamente di questioni politiche, ha presentato a La Gazzetta dello Sport il suo nuovo libro sul Cagliari intitolato “Cuori rossoblù”.
ORIGINI SARDE. “Sono figlio di madre sarda e padre napoletano, mia mamma voleva che nascessi a Cagliari: il 10 aprile 1970 ebbe il parto cesareo, la addormentarono e ritornò in sé la domenica verso sera. Quando si ridestò dal torpore vide degli striscioni, sentì i medici e gli infermieri urlare di gioia. Nel torpore pensava che fosse per la mia nascita, le spiegarono che era per il Cagliari“.
MAGNIFICA STORIA. “Lo scudetto del ’70 è una magnifica storia italiana, forse l’ultima sulla scia del boom economico, nel ‘70 già finito. A dicembre del ‘69 c’era stata la strage di piazza Fontana, una frattura decisiva. Il Cagliari del 1970 rappresenta forse il colpo di coda del secondo dopoguerra, di un’Italia che nel fare non si poneva problemi. Faceva e basta“.
LA FIGURA DI ARRICA. “Uomo d’affari abilissimo, Arrica era il collettore di tutti gli interessi in gioco, teneva insieme industria, politica, amministrazione: la Sir e la Sarras, la Regione Sardegna e il Credito industriale sardo. Non a caso Arrica nominò Efisio Corrias presidente del club. Corrias era un ex carabiniere, uomo politico democristiano, ex presidente della Regione. Ad ogni modo Riva non venne mai venduto alle società del nord perché così decise la Sir, non perché Arrica resistesse di suo alle offerte. Sir e Saras erano due potenze“.
IL CAGLIARI DI SCOPIGNO. “Una magnifica sporca dozzina, una formazione western, allevata in cattività da Manlio Scopigno. L’allenatore se li era andati a cercare uno per uno i suoi pirati, li voleva arrabbiati. Molti erano scarti di grandi club, per esempio Nené ex della Juve, Albertosi ex della Fiorentina, Bobo Gori ex dell’Inter. Tanti avevano alle spalle anni di drammi o di miserie“.