Sono passati sette anni da una partita epica, non solo per via del risultato, ma per il clima surreale in cui venne giocata
Partite a porte chiuse? A Cagliari, purtroppo, la cosa non è di certo nuova ed i tifosi non potranno mai dimenticare il biennio tra il 2011 ed il 2013.
Lunghe e faticose “trasferte” a Trieste, la Karalis Arena dapprima chiuso, poi aperto, e nuovamente chiuso: un calvario davvero paradossale per squadra e supporter stessi.
Il 24 febbraio 2013 il Cagliari giocò nell’impianto di Quartu Sant’Elena con pochissimi “eletti” situati nella Tribuna. Avversario di turno il Torino di Giampiero Ventura e Rolando Bianchi.
Rossoblù avanti con un penalty di Marco Sau, nella sua stagione di grazia. Nella ripresa uno-due del Toro con Cerci e Stevanovic.
Daniele Conti riacciuffa il pari con un perentorio colpo di testa su imbeccata di Andrea Cossu, dopodiché corre ad abbracciare il suo figliolo in una delle scene più belle del nostro calcio.
E’ finita qui? No di certo, perché è il neo entrato Mauricio Pinilla che riporta i suoi in vantaggio con un altro penalty. E’ l’87’ ed il Torino è in dieci per l’espulsione di Ogbonna, raggiunto negli spogliatoi qualche minuto dopo dal compagno Diop.
Considerata la doppia inferiorità numerica dell’avversario la partita sembra andare in archivio, ma al 93′ Luca Rossettini compie un autentico hara-kiri sull’incursione di Bianchi: è penalty che lo stesso attaccante trasforma.
E quando il Cagliari si stava mangiando pure le unghie delle mani per una clamorosa vittoria gettata alle ortiche ecco il capitano che da 30 metri lascia partire un destro che viene deviato da Glik nella sua porta per il clamoroso 4-3.