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Sampdoria, la macchina del tempo: storia e protagonisti

Nata nel 1946 dalla fusione di Sampierdarenese e Andrea Doria, la Sampdoria vanta uno scudetto in bacheca proprio come il Cagliari

FUSIONE. L’Unione Calcio Sampdoria è nata a Genova il 12 agosto 1946 dalla fusione tra Sampierdarenese e l’Andrea Doria. I primi, militanti in Serie A, versavano in condizioni economiche difficili. Grazie all’unione con l’altro sodalizio, piuttosto ricco, furono messe insieme tutte le risorse per costituire una società degna avversaria cittadina dei cugini genoani. Il primo campionato, quello 1946-47, terminò al 10° posto. Da quel momento in poi, la Sampdoria popolò la massima serie per diversi anni, cogliendo con la quarta piazza del 1961 – grazie ai gol del bomber Sergio Brighenti – il miglior risultato fino a quel momento.

MANTOVANI. L’avvento dell’imprenditore Paolo Mantovani, nel 1979, trasformò gradualmente la Sampdoria in una delle realtà più importanti del calcio italiano. Acquisendo pian piano giocatori talentuosi e affiancandoli a elementi più esperti, il patron – con il fondamentale aiuto del ds Paolo Borea – portò a Genova i vari Mancini, Vialli, Vierchowod, Lombardo, Mannini, Pari, Pagliuca, gli stranieri Francis, Souness, Cerezo. Nel 1985 arrivò il primo trofeo con la conquista della Coppa Italia. Nella seconda metà degli anni Ottanta la Sampdoria mise in mostra i “gemelli del gol” Vialli e Mancini, insieme – con opposte fortune – anche in Nazionale. Sulla panchina arrivò Vujadin Boskov, personaggio straordinario. La Coppa Italia fu vinta nuovamente nel 1988, a cui seguì una bella cavalcata in Coppa delle Coppe: la finale fu persa contro il Barcellona a Berna. Nel 1990 non si fece sfuggire il trofeo, dopo la nuova affermazione nella seconda manifestazione nazionale. I blucerchiati ebbero la meglio sull’Anderlecht ai supplementari, con Vialli mattatore.

SCUDETTO. Nella stagione 1990-91 il club genovese raggiunse il più grande trionfo della sua storia, lo scudetto, con 5 punti di vantaggio sull’Inter. Vialli capocannoniere, il trionfo a Marassi contro il Lecce il 19 maggio 1991 che rappresenta la data storica di tutti i tifosi doriani. Un anno dopo la Samp toccò insieme l’apice e la fine del sogno. La finale di Coppa dei Campioni a Wembley contro il Barcellona – di nuovo – fu decisa dalla punizione di Koeman nei supplementari: gli anni d’oro della Sampdoria si conclusero quella sera del 1992. Nel 1993 la morte di Mantovani, a cui subentrò il figlio Enrico che fu capace di portare in blucerchiato tanti giocatori di livello internazionale come Gullit (l’olandese visse a Genova una seconda giovinezza), Veron, Jugovic, Boghossian, Mihajlovic, Karembeu, vedendo inoltre l’esplosione di due formidabili bomber come Chiesa e Montella.

ULTIMI ANNI. Nel 1999 arrivò la triste retrocessione: la squadra non riuscì a risalire subito, riuscendoci dopo 4 lunghi anni. La Samp rimase coinvolta nello scandalo passaporti, la proprietà passò nelle mani di Riccardo Garrone. Nel 2003 il ritorno in A, allenatore Novellino. L’annata 2010-11 si rivela contraddittoria. La squadra passa dall’eliminazione nel preliminare di Champions League contro il Werder Brema alla nuova caduta in B, dopo che nel mercato invernale erano stati ceduti gli attaccanti titolari Cassano e Pazzini. Un azzardo pagato a caro prezzo. Nell’estate 2014 l’arrivo del nuovo proprietario Massimo Ferrero, la valorizzazione del tecnico Giampaolo, l’exploit di Fabio Quagliarella che nel 2018-19 diventa capocannoniere della Serie A.

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