L’ex portiere del Milan ha guidato la squadra rossoblù per sole otto partite. Il rendimento non fu particolarmente esaltante
E’ la stagione 2001-2002, ed il Cagliari è una squadra in totale disarmo. La sciagurata gestione di Antonio Sala aveva prodotto 0 vittorie, il penultimo posto in classifica, e lo spettro di una clamorosa retrocessione in serie C1.
Massimo Cellino corre, o perlomeno cerca di correre, ai ripari: esonera il “Profeta”, ma invece di affidarsi ad un tecnico esperto per ricostruire morale e gioco della squadra, opta per la cosiddetta soluzione interna.
Promuove, perciò, Giulio Nuciari, già preparatore dei portieri, e gli affianca Gianfranco Matteoli come stretto collaboratore.
L’avventura dei due inizia con il pareggio interno contro la Reggina. Uno 0-0 di fronte al Sant’Elia colmo di persone entrate, per l’occasione al costo simbolico di lire 1000.
La settimana successiva arriva la prima vittoria del campionato contro il Cittadella che cade sotto i colpi di David Suazo e Giorgio Lucenti.
Ben presto arriva il bis contro l’Ancona grazie al rigore di Mauro Esposito e al bel goal di Emiliano Melis.
Il Cagliari è guarito? Purtroppo no. La squadra soffre di grossi limiti caratteriali e tecnici e lo stesso Nuciari, forse terrorizzato dall’idea di sbagliare, non riesce a far quadrare la situazione.
Emblematica fu la gara casalinga contro la Ternana: la squadra è falcidiata in attacco e, pur avendo in panchina elementi come il fantasista Emiliano Melis ed il centravanti Mattia Mastrolilli, Nuciari preferisce inventarsi Daniele Conti trequartista alle spalle del solo Mauro Esposito.
La frittata è ben presto servita e dopo una rocambolesca sconfitta a Cosenza, il presidente rossoblù accetta le sue dimissioni preferisce ed affida la panchina a Nedo Sonetti che riuscirà miracolosamente a salvare il Cagliari dall’onta di una nuova retrocessione.