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Napoli e Cagliari: una rivalità ultraventennale solo dalla parte dei tifosi rossoblù

Tutto iniziò nel 1997 al San Paolo nello spareggio tra la squadra di Mazzone e quella di Mutti con i tifosi di casa che parteggiarono per gli emiliani

Domenica alle 20.30 al San Paolo Napoli e Cagliari si affronteranno nel posticipo della trentacinquesima giornata del massimo campionato di Serie A. Sarà un confronto tra la squadra di Ancelotti, che vuole blindare il secondo posto alle spalle della Juventus campione d’Italia per l’ottava volta di seguito e quella di Maran (fresco di rinnovo contrattuale fino al 30 giugno 2022, che invece assieme ai suoi ragazzi, vuole riscattare la brutta sconfitta subita sabato scorso nell’anticipo in casa della Roma, lanciata verso un posto nella prossima Champions League, ma soprattutto restare in corsa con Sassuolo, Fiorentina, Spal, Bologna e Parma, per il decimo posto finale.

PIACENZA. Dal 1997 la rivalità (fino a quel momento mai esistita) dei tifosi del Cagliari nei confronti di quella del Napoli, diventerà abbastanza accesa. Colpa di una situazione (che in particolare lo storico gruppo degli Sconvolts) non ha mai digerito. Ovvero, quel pomeriggio del 15 giugno al San Paolo il Cagliari, allenato da Mazzone che aveva sperato invano il match si disputasse all’Olimpico di Roma, giocò e perse 3-1, lo spareggio per restare in Serie A contro gli emiliani allora guidati da Mutti, che qualche settimana dopo venne annunciato nuovo mister del Napoli. I tifosi neutrali, anziché parteggiare per il Cagliari (altra squadra del Sud Italia) fecero il tifo per il Piacenza, proprio in virtù dell’arrivo di Mutti in panchina, argomento di cui si vociferava da mesi durante la stagione. Una cosa che non è mai stata digerita e che, nel campionato 1993/1994, una stagione dopo la sua cessione, peggiorò ulteriormente.

FONSECA. L’attaccante uruguaiano, prima dell’arrivo di Massimo Cellino alla presidenza al Cagliari Calcio (giugno 1992) al posto della famiglia Orrù, venne ceduto da questi ultimi ai partenopei allora presieduti da Corrado Ferlaino, che accontentò il suo allenatore dell’epoca Claudio Ranieri, il quale aveva già avuto Fonseca al Cagliari, diventato nelle tre stagioni giocate dal 1990 al 1992 un idolo, anche per i suoi 17 gol in 50 partite disputate. Ma non fu tanto quella cessione agli odiati rivali, quanto il brutto gesto del giocatore classe 1969 di Montevideo (oggi procuratore) a far andare in bestia i tifosi rossoblù in tutto lo stadio.

Infatti, nella sua seconda gara da avversario al Sant’Elia Fonseca, che segnò prima al  25’ (raccogliendo un cross di Bordin e battendo l’estremo difensore rossoblu), quindi raddoppiando 3 minuti più tardi insaccando una punizione che regalò il raddoppio alla squadra azzurra, che in quel campionato venne allenata da Lippi, che impose 2-1, fu però autore di volgarità mostrando l’ombrello, che vide l’arbitro Ceccarini lo cacciarlo dal campo, prendendosi addosso la rabbia di alcuni ex suo compagni di squadra, ma soprattutto dei tifosi inviperiti.

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