Darijo Srna è ormai diventato padrone della fascia destra rossoblù e leader in campo. Idolo dei tifosi, il suo acquisto sembra uno dei più azzeccati della sessione estiva.
È TEMPO DI CONFESSARE. Diciamoci la verità. Pochi, pochissimi, forse nessuno si sarebbe aspettato un giocatore del genere a fine giugno, quando il presidente Giulini cominciava i primi contatti per portarlo a Cagliari. Quella passeggiata in centro a Castello, quella visita ad Asseminello, una toccata e fuga in Sardegna, quella di Darijo Srna, che aveva lasciato in tanti con più di una perplessità.
DUBBI. Trentasei anni, terzino, pancia piena di trofei nazionali e internazionali, fermo da un anno a causa di una squalifica pregressa: tutti motivi che non lasciavano ben sperare anche i più esperti del calcio croato (è stato capitano della Nazionale per sette anni) e ucraino (329 presenze in quindici anni di Shakhtar Donetsk). L’ombra di un “nuovo van der Wiel” aleggiava sul numero 33 rossoblù.
SORPRESA. E invece, dopo la prima gara saltato per finire di scontare la squalifica, Darijo Srna ha dimostrato subito il suo valore. Ottime prestazioni, sicurezza in fase difensiva, bravissimo col pallone tra i piedi (è il rossoblù che ne tocca di più) e decine di cross per i vari Pavoletti, Farias, Sau e compagnia cantante, hanno dato una risposta sul campo a tutti i dubbi sul croato.
PADRONE DELLA FASCIA. Srna, ora, è diventato uno dei leader nello spogliatoio rossoblù. Capitano in campo e idolo dei tifosi, che ne elogiano sempre la prestazione intensa e l’instancabile spinta offensiva sulla fascia. Con buona pace per Paolo Faragò, che l’anno scorso su quella fascia aveva trovato il suo locus amoenus e che ora dovrà cercare nuova sistemazione (come mezzala o adattato a sinistra come contro l’Inter). Perché su un fatto non c’è più dubbio ormai: quella fascia è di Darijo Srna.