Il risultato e la prestazione di Parma lasciano tanti insegnamenti per la squadra di Maran. Ecco cosa non è andato e dove il Cagliari deve migliorare.
IMPARARE DAGLI ERRORI. Una lezione. Questo è e deve essere Parma. Un ridimensionamento per tutto il Cagliari, che mina le certezze e contiene l’autostima di una squadra che forse cominciava un primo accenno di pilota automatico. Ma le assenze, il caldo e i quattro cambi su undici dall’oggi al domani, come riporta L’Unione Sarda, hanno evidentemente messo in difficoltà il Cagliari. Colpito e affondato dal Parma con le accelerazioni di Gervinho e i movimenti di Inglese.
ASSENZE. L’infortunio di Pavoletti per primo ha messo i bastoni tra le ruote di una squadra che entrava ormai nella fase finale del rodaggio. Ma si sa, il turnover permette di rifiatare, ma mina le certezze. E così i sostituti Cerri e Lykogiannis (al posto di Pavo e Padoin) non hanno reso al meglio.
LA MANOVRA. Avendo sempre giocato in notturna poi, il Cagliari ha certamente subito la temperatura. Il caldo soffocante del Tardini ha messo in difficoltà ai rossoblù. Ma soprattutto l’atteggiamento, sia in fase difensiva che nella manovra d’attacco, ha deluso: contro Sassuolo, Atalanta e Milan avevamo visto una squadra compatta in entrambe le fasi. Ieri, invece, il Cagliari si è mostrato sfilacciato, trovando una manovra fluida solo a tratti nel primo tempo, ma senza la pressione alta che aveva contraddistinto le prime gare a firma Maran. E, in avanti, con tanta improvvisazione dei singoli, più che un movimento organizzato.
SINGOLI. I primi a pagarne, chiaramente, sono stati Bradaric e Klavan, i nuovi arrivati, che sono apparsi a tratti spaesati. Non ha risentito della situazione invece l’esperto Srna, uno dei pochi a salvare la faccia insieme a Barella e Joao Pedro. C’è poi un problema di gol: finora ha segnato il solo Pavoletti (doppietta al Sassuolo), mentre mancano ancora all’appello Farias, Sau e Cerri, per quanto i primi due abbiano nel finale di Parma movimentato la gara insieme a Joao.
