Massimo Rastelli, ex allenatore del Cagliari, si racconta e svela i retroscena sull’esonero e su Borriello. E quella voglia di tornare in pista…
LA CARRIERA. Trent’anni di calcio, nove in panchina, con obiettivi ambiziosi sempre raggiunti: “Ho tre promozioni all’attivo, vincendo C2 (Juve Stabia), C1 (Avellino), B (Cagliari), una super coppa di Lega di C (Avellino) e salvando una squadra in A, anzi portandola al primo anno all’undicesimo posto (Cagliari)”.
RIPOSO FORZATO. Ora, però, davanti alle giornate vuote dopo l’esonero in Sardegna di quasi dodici mesi fa, Massimo Rastelli ha dovuto reinventarsi: il tennis è stato un ottimo compagno di viaggio. Tre volte a settimana, al Tennis Club Cagliari o alla Canottieri Napoli. Batte, picchia, corre, suda: una valvola di scarico, soprattutto per metabolizzare il primo esonero della carriera: “Stare fermo per la prima volta dopo 30 anni, tra campo e panchina, non è stato semplice“.
L’ESONERO. Vorrebbe tornare in pista Massimo Rastelli. Guarda al futuro. Ma, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ritorno su quella maledetta ottava giornata, con la sconfitta subita col Genoa: “Semplicemente la società ha deciso per il cambio. In virtù degli ottimi risultati dei 2 anni precedenti, al primo vero momento di difficoltà, mi sarei aspettato maggior pazienza. Otto giornate è troppo presto. Soprattutto se con Juve e Milan fuori hai fatto bene, hai battuto Crotone e vinto a Ferrara con la Spal e sei 14°, in linea con gli obiettivi”.
GIULINI. “Con Tommaso sono in ottimi rapporti, ogni tanto ci sentiamo e lo ringrazio per avermi dato la possibilità di allenare il Cagliari”.
AUTOCRITICA. “Avrò fatto sicuramente i miei errori e tutto questo tempo mi è servito per riflettere e capire dove avrei potuto fare meglio. Ma la squadra aveva bisogno di un po’ di tempo. Avevamo perso 6 giocatori chiave, e i loro sostituti non giocavano da tempo. E tutto questo è venuto a galla nell’infrasettimanale con Sassuolo e Chievo. Lì avrei dovuto fare più turnover, ma ho preferito dare continuità a chi aveva vinto 2 gare di fila. L’abbiamo pagata cara fisicamente”.
ATTUALITÀ. Borriello dice che a Cagliari non gli è stato fatto battere un rigore. “Dico solo che a Cagliari il rigorista è sempre stato Joao Pedro”. E a Bobo Vieri, che dice gli allenatori sono tutti esauriti? “Ha esasperato il concetto. Il lavoro assorbe completamente un allenatore. Conta solo il domani, quello che hai fatto il giorno prima non conta più, la vittoria te la godi solo due ore».
RIPARTIRE. Davide Nicola, ex Crotone, dice: “Riparto da dove ho lasciato, la A“. “La penso come Davide. Ho fatto un lungo percorso, mi sono guadagnato la A con la gavetta, l’ho difesa. Ma pure un progetto ambizioso in B lo prenderei in considerazione. Mi auguro arrivi una chiamata, ma all’estero io ci andrei”.
PAUSA E STUDIO. “Ho studiato da Conte e Giampaolo, da cui sono stato ospite. Ho trovato similitudini nel loro lavoro, curano bene tutto, anche le transizioni. Oggi il calcio è molto più chiuso: contro squadre arroccate in difesa anche le grandi imbottite di campioni fanno fatica. Ci riesci se giochi a uno, due tocchi e se c’è tanto movimento senza palla. Ma soprattutto se hai chi ti salta l’uomo e crea superiorità numerica. Pochi allenatori stranieri? I nostri allenatori sono stimati dappertutto e la A è difficile”.
MONDIALE. Ha esasperato il concetto di aspettare e ripartire con la vittoria francese. Ma Croazia e Belgio hanno proposto tanto, avevano sempre il pallino in mano. L’Argentina è stata irriconoscibile. Al calcio africano, pur con grandi individualità, manca ancora uno step”.
CALCIO ITALIANO. Da Cr7 ai fallimenti in Serie B… “Il caso dell’Avellino (l’ha allenata per due anni portandola dalla C ai play-off di B, ndr) mi ha fatto malissimo. Non pensavo che finisse così. E’ lo specchio della vita. I grandi sono al top, i piccoli accumulano debiti e tenersi a galla è dura”.
