Secondo estratto dell’intervista di Nelson Abeijón a L’Unione Sarda. “Il Guerriero” parla della gara contro l’Atalanta e del momento del Cagliari.
ABE, IL GUERRIERO. Nelson Javier Abeijón Pessi, nato a Montevideo il 21 luglio di 45 anni fa. Per tutti, Abe. “Il Guerriero”. Nove stagioni in rossoblù, dal ’98 al 2006. Abe sa quanto conta per Cagliari la Serie A e parla così della gara decisiva contro l’Atalanta: “Sarà una partita difficile, ma questo lo sanno tutti. Diego e i giocatori per primi. Non dobbiamo fare l’errore di entrare in campo con l’idea che un punto possa bastare. Così rischiamo di perderla. E io, Abeijon, del Napoli non mi fido. Il Crotone può vincere al San Paolo e quindi dobbiamo farlo anche noi, a prescindere“.
DOPPIO EX. Lo scontro salvezza arriva proprio contro l’Atalanta, squadra in cui Abe ha militato dopo la fine dell’avventura a Cagliari, nella stagione 2006-2007: “Che coincidenza. Anche se Bergamo è stata per me solo una piacevole parentesi che mi ha permesso di giocare un altro anno in Italia quando fui costretto a lasciare il Cagliari. Giusto un campionato, più che altro un’esperienza di lavoro, che mi ha permesso di conoscere un ambiente accogliente e belle persone a cui sono rimasto legato“.
UNA GARA DA GUERRIERI. “Come si vince una battaglia come questa? Con le palle! Con la voglia di sbranare l’Atalanta. Ricordo una partita a Palermo, eravamo appena entrati in campo, io e López caricavamo i compagni urlando in faccia ai nostri avversari, che erano spaventati, quasi terrorizzati. Domenica bisogna far capire subito chi comanda. Il Cagliari ha i giocatori giusti. Contro la Fiorentina ho rivisto una squadra determinata, solida, di carattere. Non ho potuto guardare la partita con la Roma, ma mi hanno detto che già lì aveva cambiato atteggiamento“.
IL CAGLIARI DI OGGI. “Chi mi piace di più? Barella mi fa impazzire. Lotta su ogni pallone e quando ce l’ha tra i piedi sa sempre cosa fare. Poi si sente la maglia, soffre più degli altri quando le cose vanno male, si vede. Altrimenti non potrebbe avere sulle spalle proprio il 18, il mio numero. Ovviamente scherzo. Ma è importante avere il Cagliari dentro. Come Cossu, come lo stesso López. Lottate su ogni palla come se la vita vi avesse dato la possibilità di conquistare uno scudetto e vincete per la nostra gente“.