Il brasiliano del Cagliari fermato dopo i controlli nelle gare con Sassuolo e Chievo Verona nel febbraio scorso

Joao Pedro e Fabio Lucioni sono due i calciatori del massimo campionato italiano finiti quest’anno nelle maglie dell’antidoping. Il primo a cadere nella rete dell’antidoping (nel settembre scorso) era stato il capitano del Benevento trovato positivo per  aver assunto il clostebol, un’anabolizzante clostebol, mentre a febbraio venne fermato Joao Pedro, a causa di  un diuretico: idroclorotiazide.

LE DIFESE DEI DUE GIOCATORI: “Ho assunto il farmaco in buonafede, su indicazione del medico del Benevento”, disse Lucioni. Ma la sua affermazione non bastò per uscirne scagionato. Infatti rimediò la squalifica per un anno, mentre ben 4 anni vennero inflitti a Giorgione, medico dei sanniti.

Per quanto riguarda Joao Pedro  i controlli furono doppi: il primo dopo Sassuolo-Cagliari (11 febbraio) il secondo invece dopo Chievo Verona-Cagliari, disputata il 18 febbraio. “Sono innocente, non ho mai fatto nulla di sbagliato – affermò il giocatore del Cagliari qualche settimana dopo la sospensione accanato al presidente rossoblù Tommaso Giulini – non ho fatto nulla. E questo, ovviamente, dobbiamo farlo capire anche a chi deve giudicarmi. Per questo ci metteremo a disposizione della Procura sin da subito, per cercare di risolvere il più in fretta possibile questa brutta situazione. Sono veramente dispiaciuto. Arrivare a giocare al Cagliari in serie A non è stato facile. Ho fatto tanti sacrifici, e di certo non avrei mai potuto fare qualcosa di sbagliato apposta, rovinandomi la carriera”.

“Mi dispiace per i miei famigliari, mia moglie, i miei fratelli, e mi dispiace moltissimo anche per il Cagliari e per i miei compagni – proseguì Joao Pedro – Siamo impegnati in una difficile stagione, e questo proprio non ci voleva. Però, ribadisco, non ho fatto nulla di sbagliato, spero che venga chiarito presto tutto, e che questo bruttissimo sogno finisca”.