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L’umiliazione di una squadra che (da mesi) ha smesso di lottare

A tre giornate dalla fine del campionato, il Cagliari è una delle maggiori indiziate alla retrocessione. Le ragioni di un finale di stagione incomprensibile

Una prestazione sconcertante. L’ennesima. Il Cagliari sceso in campo ieri a Marassi ha tolto gli ultimi dubbi agli ottimisti più ostinati, semmai ne fossero rimasti. Una squadra molle, assente, impaurita, senza idee, priva di mordente e chi più ne ha più ne metta. Più che una squadra che lotta per non retrocedere somiglia a uno spaurito gruppo demoralizzato già retrocesso da mesi.

IL CAMBIO DI ROTTA DELLE CONCORRENTI. Il paragone col volenteroso Benevento sarebbe troppo squilibrato. I campani, già retrocessi, possono esprimersi con la mente libera senza alcuna pressione. Calza invece il confronto con Crotone e Spal, che proseguono la rincorsa verso la salvezza senza il minimo risparmio di energie. Nemmeno in quelle partite battezzate a torto ‘impossibili’. Crotone e Spal che fanno punti contro la Juventus, che si caricano a molla per poi affacciarsi al finale di stagione col coltello tra i denti, rappresentano lo spot migliore di come debbano essere affrontate tutte le gare di un campionato difficile come quello della Serie A.

A MILANO UNA SQUADRA SENZA LOGICA. Ciò che non ha fatto il Cagliari contro l’Inter, per esempio, schierando una formazione impensabile e improponibile, per poi concentrarsi, a suo dire, su una gara più abbordabile come quella casalinga col Bologna. Risultato: umiliazione contro l’Inter senza mai una sola puntata offensiva, e prestazione inutile contro gli emiliani. Agli appuntamenti importanti ci si arriva carichi, con entusiasmo e con la voglia di spaccare tutto. Il Cagliari no. Il Cagliari ci arriva ormai da mesi con la paura, senza nessuna carica agonistica, puntando ad aspettare l’avversario per poi vedere che succede. Il tipico atteggiamento del perdente, qual è la squadra rossoblù di quest’anno.

ORA O MAI PIÙ? Le scelte della società per provare a rimediare a questo drammatico stallo, giunti ormai a tre giornate dalla fine del campionato potrebbero rivelarsi tardive e inutili. Ci si è cullati a torto e per lungo tempo su quei pochi punti di vantaggio sulla zona rossa della classifica, pensando comunque al cuscinetto delle disgrazie altrui, come successe lo scorso campionato. Niente da fare, quest’anno le concorrenti sputano sangue e sono più vive che mai. E invocare ora un miracolo sportivo per sperare di evitare la seconda retrocessione su tre campionati di A, potrebbe non essere prematuro.

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