Al Liceo Siotto di Cagliari si è celebrato l’anniversario dell’impresa di Riva e compagni in un incontro con i giornalisti e i campioni che fecero la storia rossoblù
“La vittoria dello scudetto rappresentò l’ingresso della Sardegna in Italia”. Con queste parole il giornalista Gianni Brera descrisse la conquista dello storico scudetto del Cagliari nel 1970. Un trionfo epico, di cui oggi ricorre il 48° anniversario, occasione per parlarne in un incontro al Liceo cagliaritano “Siotto“, moderato dal giornalista Nicola Muscas, con la presenza dei protagonisti dell’epoca come Ricciotti Greatti, Beppe Tomasini, Adriano Reginato e Cesare Poli, insieme ai giornalisti Mario Guerrini e Dionisio Mascia.
Ne è venuto fuori un ritratto appassionante, col racconto di tanti aneddoti che hanno affascinato gli oltre 200 ragazzi presenti nell’Aula magna dell’istituto.
UN MODELLO DI ORGANIZZAZIONE. “Una grande squadra costruita pezzo per pezzo da un grande allenatore come Scopigno – ha detto Mascia – un modello di organizzazione tattico, con giocatori fortissimi sotto il profilo tecnico e atletico, che avrebbero potuto vincere perlomeno altri due scudetti. Cera fu il primo libero moderno, precursore di Beckenbauer”.
UN GRUPPO AFFIATATO. Di Scopigno, il “filosofo”, ha parlato, tra gli altri, Cesare Poli: “Sembrava che non gliene importasse niente, col suo fare disincantato, invece di noi sapeva tutto. In una squadra c’è chi gioca di più e chi di meno, ma il gruppo era veramente affiatato, dentro e fuori dal campo. Il Cagliari era davvero una grande squadra, arrivava sempre nei primi posti, penso che con un pizzico di fortuna avrebbe potuto vincere di più”.
